Petrolio in mare dell’Sos restano solo i gabbiani sporchi / Foto

Mistero sulla chiazza e sulle cause al largo di Vasto. La Edison, che rinnova gli investimenti: "Era una chiazza di terra ed erba fluviale". Il Wwf: più controlli

PESCARA. La macchia di petrolio non c’è più, le cause non sono state, per ora, appurate: esiste la possibilità che lo sversamento sia avvenuto qualche giorno prima in un’alta parte di mare, mentre Edison dichiara che si è trattoato non di petrolio ma di fango e erba di origine fluviale. Restano solo i gabbiani incatramati fotografati dagli ambientalisti e le polemiche sull’abnorme numero di trivelle off-shore al largo dell’Abruzzo. Con una certezza: che l’allarme ambientale scongiurato due giorni fa al largo tra Vasto e Termoli (impianto “Rospo mare” delle Edison) possa ripetersi considerando proprio la folta presenza di pozzi e piattaforme (gas e petrolio).

E l’Abruzzo fino a che punto si sente di correre queste rischi? E’ possibile delineare i parametri entro i quali far eventualmente collimare gli interessi di ambiente e sviluppo? Mentre la Procura di Larino va avanti nell’inchiesta per inquinamento ambientale su quanto avvistato a “Rospo mare”, i tecnici Edison ed i sommozzatori escludono perdite da manichette e tubature. E gli ambientalisti chiedono alla Regione di istituire una task force di monitoraggio degli impianti: «Quanto avvenuto non va sottovalutato, la Regione, volendo, avrebbe gli strumenti, come il Piano di tutela delle acque o quello sulla qualità dell’aria, per bloccare la deriva petrolifera», afferma il Wwf, «purtroppo, però, manca una visione ben precisa; una visione complessiva che loro non hanno, perché usare tali strumenti vorrebbe dire bloccare anche la cementificazione selvaggia e tutti i progetti impattanti».

Il Wwf definisce «preoccupante» il fatto che ad accertare la presenza di gabbiani sporchi di petrolio siano stati i volontari e non le istituzioni: «Siamo pronti a collaborare affinché ai comuni costieri abbandonati di fronte ai colossi dell’industria petrolifera siano date anche semplici informazioni».

Per il futuro, dalla costa vastese viene fatto notare che anche se il Comune ha vinto il primo round della battaglia contro la Petroceltic, la società che ha ottenuto i permessi per la ricerca di idrocarburi (annullati dal Tar di Pescara che ha accolto il ricorso dell’amministrazione del sindaco Luciano Lapenna), cresce la preoccupazione per i pericoli ambientali. Fabio Smargiassi, segretario del circolo Prc di Vasto, torna a chiedere lo stop alle trivelle e ribadisce la necessità di tutelare e valorizzare la costa «con progetti qualificanti come l’istituzione del Parco della costa teatina». Ma le prospettive Edison sembrano essere altre. Un progetto di ampliamento di “Rospo mare” è all’esame del ministero e il fatto che la società abbia di recente sostituito, investendo milioni, la nave di stoccaggio dimostra quanto Edison punti su questo impianto, dal quale ha già estratto 92milioni di barili di petrolio in 12 anni (il più “ricco” dell’Adriatico). D’altra parte i tecnici, pur ipotizzando che due giorni fa al largo ci sia stato un problema (tutt’ora da verificare), fanno notare come l’allarme sia comunque rientrato entro poche ore grazie all’elevato grado di sicurezza degli impianti. (a.mo. e a.b.)

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