finanziamenti per riqualificare le aree degradate

Piano Città, il ministero esclude i progetti di Pescara

PESCARA. Il ministero delle Infrastrutture ha escluso Pescara dai finanziamenti del «Piano città», destinati per riqualificare le aree urbane degradate. Sono stati scelti 28 progetti, quelli che...

PESCARA. Il ministero delle Infrastrutture ha escluso Pescara dai finanziamenti del «Piano città», destinati per riqualificare le aree urbane degradate. Sono stati scelti 28 progetti, quelli che hanno superato la selezione potranno usufruire di un cofinanziamento nazionale di 318 milioni di euro (224 dal fondo Piano città e 94 dal Piano azione coesione per le Zone franche urbane dove si concentrano programmi di defiscalizzazione per le piccole e medie imprese), che attiveranno nell’immediato progetti e lavori pari a 4,4 miliardi complessivi, tra fondi pubblici e privati. L’unica città dell’Abruzzo ammessa ai finanziamenti è L’Aquila.

L’amministrazione comunale di Pescara, però, ci spera ancora. «Come hanno precisato l'Anci e i ministri Passera e Clini», ha detto l’assessore ai lavori pubblici Isabella Del Trecco, «lo stesso governo ha lasciato intendere la possibilità che sul fondo confluiscano nuovi investimenti per finanziare anche gli altri progetti per ora rimasti all'asciutto, tra cui le due iniziative presentate dalla città di Pescara e che prevedevano la realizzazione di quattro nuove palazzine in housing sociale, per 58 nuovi appartamenti destinati a giovani coppie con bambini in età prescolare, con annessi quattro nuovi asili nido. E, poi, il completamento della Strada pendolo e del Corridoio verde, per un investimento complessivo pari a circa 19milioni di euro».

«I due interventi», ha affermato l'assessore, «sono stati lungamente pensati e meditati, per cogliere al volo l'opportunità offerta dal decreto ministeriale, che ha posto dei paletti ben precisi per ritenere finanziabili i progetti proposti. Innanzitutto che le aree oggetto dell'intervento di riqualificazione fossero effettivamente degradate, e questo ha ovviamente indirizzato la nostra attenzione verso quelle periferie sulle quali già da quattro anni ci siamo concentrati, per una loro rinascita sociale prima ancora che urbanistica».