Piazza Luca da Penne, prima cartolina in regalo

In edicola con il nostro quotidiano la prima di una serie di foto storiche di Pescara e dei centri della provincia

PESCARA. Esce domani in edicola con “Il Centro” la prima di una serie di cartoline storiche che immortalano i luoghi più significativi di Pescara e dei paesi della provincia. La prima raffigura piazza Luca da Penne. Questa, come le altre cartoline d’epoca prossimamente in edicola, è stata messa a disposizione da Stefano Mucciante, collezionista di Carrufo di Villa Santa Lucia in provincia dell’Aquila.

Piazza Luca da Penne è sempre stata il fulcro della vita culturale, economica e religiosa dell’antica e nobile Penne. Oggi che lo scenario sociale è radicalmente cambiato, questo spazio urbano cerca la strada per la sua rinascita come il resto della città. L’aspetto urbanistico della piazza più importante del capoluogo vestino, dedicato alla memoria dell’insigne giurista medioevale Luca Da Penne, ha subìto nel tempo notevoli trasformazioni, in particolare dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale che ne sfregiarono irrimediabilmente il volto rinascimentale - barocco. Sotto il fuoco della contraerea, il 24 gennaio del 1944, fu distrutto il tempio della cultura pennese che dominava l’elegante piazza, il teatro di Santa Cecilia, edificato nella seconda metà del ‘600. Il teatro ospitava concerti, riviste, convegni, opere teatrali e musicali ed era il ritrovo della nobiltà cittadina. Negli anni Trenta accolse anche il famoso poeta Trilussa, ospite del nobile Giovanni De Caesaris, evento di cui qualcuno a Penne conserva ancora una foto. Sempre gli anni ’30 del secolo scorso, esattamente nel ‘33, si registra un cambiamento epocale nell’estetica della piazza: il famoso mattone pennese con il quale era realizzata la pavimentazione, tratto distintivo di molte altre costruzioni storiche, cede il passo al sanpietrino, ancora presente in parte sul lastricato sconnesso, alternato ad antiestetiche pezze di asfalto. Un’altra imponente costruzione, un tempo preziosa cornice della piazza, è scomparsa dopo la guerra: la chiesa di Santa Cecilia, che dava il nome anche al teatro. «Attualmente l’epicentro della vita pubblica», spiega il professor Mario Costantini, «si è spostato nella più esterna piazza di San Francesco, creando un danno economico alle attività commerciali del nucleo urbano originario e del centro storico che va via, via spopolandosi. Purtroppo Penne si è evoluta in maniera disordinata, senza un preciso e organico piano urbanistico. Quando su tutte le colline», conclude l’artista pennese, «nascono case significa che il cuore della città sta lentamente smettendo di battere». Piazza Luca da Penne oggi è oggetto di un’ attenta revisione da parte degli amministratori comunali che hanno bandito un concorso di progettazione per la riqualificazione, di cui è stato già reso noto l’esito, e acceso un mutuo per la copertura finanziaria dei lavori che stentano però a decollare.

Claudia Ficcaglia

©RIPRODUZIONE RISERVATA