PESCARA

Pineta dannunziana, le ambiguità sulla ricostruzione

La segnalazione del Coordinamento Salviamo gli Alberi alla luce di nuovi documenti  sul percorso di recupero dopo l'incendio: "E' finito il tempo di perpetuare la politica del caso per caso"

PESCARA. L’amministrazione comunale deve sciogliere l'ambiguità dei due tavoli, dare seguito operativo alle indicazioni del Tavolo tecnico ed istituire la Direzione della Riserva regionale Pineta Dannunziana che ne imposti e guidi il percorso di rinascita: sono le richieste del Coordinamento "Salviamo gli Alberi" di Pescara che fa sapere di essere venuto in possesso di nuovi documenti sul percorso di recupero dell'area verde della città, colpita il 1° agosto del 2021 dal vasto incendio.

Il Coordinamento in una nota afferma che «è finito il tempo di perpetuare la politica del caso per caso, che tanti danni ha fatto alla nostra Pineta».

Il Coordinamento analizzando sia la relazione del piano di monitoraggio dell’Università dell’Aquila, redatto dopo l'accordo operativo stipulato con il Comune di Pescara l’11 febbraio del 2022, che una lettera dell’Ordine degli Agronomi della Provincia di Pescara dello scorso 5 gennaio scrive che «mentre era stato costituito e lavorava il tavolo tecnico formato dagli esperti Febbo, Pirone e Savini, l’Ordine degli Agronomi e Forestali a quanto pare ha iniziato un “suo” percorso di contatti e trattative esterne parallelo, verosimilmente con l’avallo dell’amministrazione. Dalla lettera infatti si evincono tre tesi presentate come apodittiche: la prima è che l’Ordine degli Agronomi per sua “natura” avrebbe una competenza e un approccio migliore, la seconda che le conoscenze che ha sulla Riserva sono più approfondite e la terza è che infine “sponsorizza” la Fondazione Alberitalia di Firenze per le future analisi e linee guida".

E così agli ambinetalisti di Salviamo gli alberi spiace constatare due narrazioni diverse e ambigue: mentre l’amministrazione si è sempre fregiata dei nomi degli esperti Febbo, Pirone e Savini, dichiarando pubblicamente di aver seguito e di voler seguire le loro indicazioni, dai documenti ufficiali le associazioni leggono un’altra storia:

- Dalla relazione dell’Università dell’Aquila si evince che circa il 50% del rinnovamento delle plantule di Pino d’Aleppo è stato perduto per la siccità dell’estate del 2022, per quanto gli esperti nominati in commissione avessero richiesto espressamente di irrigare e apportare acqua nei comparti incendiati. - L’Ordine degli Agronomi di Pescara invia un documento nel quale disconosce l’operato del tavolo tecnico e addirittura sponsorizza una fondazione esterna, Alberitalia, per le azioni e studi da intraprendere, scrivendo di essere con loro in contatto, presentando la loro opera come a titolo gratuito.

- L’Amministrazione (non sappiamo quanto in accordo con il Tavolo Tecnico) segue il “consiglio” dell’Ordine degli Agronomi, e affida direttamente a Alberitalia, il 17 marzo, l’incarico del valore di 43.900 euro per:

- “Una relazione” per abbattimento e rimozione del materiale legnoso fino ad un imposto;

- Le Linee Guida” d’indirizzo riguardanti azioni sull’assetto forestale e indicazioni sui criteri di rinaturalizzazione del sedime di Via della Bonifica prossima alla chiusura del traffico veicolare;

Di fatto alla fondazione Alberitalia si è data la gestione della Riserva, l’Ordine degli Agronomi è diventato sponsor di tale affidamento e non c’è stata alcuna discussione per tale incarico.

Le associazioni del Coordinamento, entrando nel merito dei contenuti poi della lettera dell’Ordine rilevano diverse mancanze e fallacie come ad esempio che:

- non è vero che il pino d’Aleppo non si era rinnovato; è vero invece che le plantule sono state in parte perse per mancanza di acqua che poteva essere somministrata con autobotti.

- il modello di riferimento per la Riserva, comprovato da qualificati studi, è quello dei cordoni dunali costieri, e non certo quello padano -adriatico -la progettazione non può essere rivendicata solo per appartenenza a una categoria, ma deve essere multidisciplinare, tenendo conto delle caratteristiche territoriali, degli aspetti ecologici, avendo esperienza, ricordiamo nuovamente, di aree protette, che sono lontane dalle logiche puramente silvicolturali.

L’Ordine degli Agronomi può parlare a nome dei suoi iscritti quando svolge i compiti di rappresentanza e tutela che la Legge gli conferisce, ma non può rappresentarli quando esprime tesi che perfino tra gli iscritti possono trovare e trovano posizioni dialettiche e di dissenso.

Appare molto discutibile poi un attivismo al di fuori degli spazi deliberati ( cioè il Tavolo Tecnico e di ascolto) a favore di UNA delle entità professionali/produttive esistenti sul territorio nazionale, per farle svolgere un ruolo nel recupero della Riserva, ancor più quando si è in assenza dei prescritti Organismi di Direzione scientifica e Gestione, attesi da 23 anni». 

Salviamo gli Alberi di Pescara è composto dalle associazioni: Archeoclub d’Italia sede di Pescara - Italia Nostra sezione “Lucia Gorgoni” di Pescara - Gruppo Unitario Foreste Italiane – G.U.F.I.- Associazione Mila Donnambiente - Le Majellane – Coordinamento Nazionale per gli Alberi e il Paesaggio (CO.N.AL.PA), Comitato Strada Parco Bene Comune- Comitato Oltre il Gazebo No Filovia -Associazione Italiana Architettura del Paesaggio sezione Lazio Abruzzo Molise Sardegna (AIAPP LAMS)- La Gallina Caminante  – Saline.Marina.PP1 di Montesilvano –L’Albero bello – FIAB Pescarabici - Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta- Touring Club Italiano – Club di territorio di Pescara.