Elaborato dalla geoalp

Porto, ecco il progetto alternativo

Molo più lungo, diga bucata e un bacino di impaludamento

PESCARA. Nessun piano regolatore da milioni di euro, ma piccole modifiche al porto e un grande impianto per intercettare i sedimenti a monte, prima che arrivino alla foce del Pescara intasando il porto canale. É il progetto che la società Geoalp del geologo Francesco Di Donato sta per presentare come osservazione alla Valutazione ambientale strategica del nuovo Piano regolatore portuale.

Il progetto di Di Donato è stato già presentato a Comune, Provincia e Comune di Spoltore. Per il professionista il piano regolatore portuale che Comune e Regione stanno portando avanti, e che prevede una doppia diga foranea e una curva alla foce del fiume che verrebbe deviato all’altezza del ponte del Mare, non risolverà i problemi del porto, anzi, li accentuerà.

«Mettere un tappo davanti al fiume Aterno, che per portata di detriti è secondo solo al Po, è una follia», dice Di Donato. Che rilancia una sua vecchia idea. «Per risolvere il problema della acque inquinate del fiume che vanno verso nord e per proteggere la foce basterebbe soltanto allungare il molo nord (vedi foto) e poi eliminare un tratto della diga foranea favorendo il deflusso delle acque».

Per evitare poi che il porto canale si intasi il geologo propone di realizzare un bacino per la captazione dei sedimenti, in modo da far arrivare l’acqua del Pescara pulita in porto. «Il progetto si potrebbe realizzare nell’areavicino alla Fater, dove il fiume crea due meandri che potrebbero essere sede di un bacino di impaludamento, cioè un laghetto in cui far depositare i sedimenti che poi verrebbe dragato in continuazione da un impianto alimentato grazie alla stessa energia prodotta dall’acqua tramite un sistema di turbine. La zona umida, poi, potrebbe servire anche per la fitodepurazione, cioè la pulizia delle acque fatta dalle stesse piante».

Per Di Donato il progetto non solo è fattibile, ma anche molto più economico del Piano regolatore portuale, che dovrebbe costare 120 milioni. «Per il bacino di impaludamento di milioni ne basterebbero 20, da sommare ad altri 6 per il taglio della diga e l’allungamento del molo». (l.ve.)

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