Porto insabbiato, 30 dipendenti a rischio

L'agonia del settore commerciale tra licenziamenti, ferie forzate e crollo degli affari

PESCARA. La lenta agonia del porto si trascina tra posti di lavoro persi, dipendenti in cassa integrazione e crollo degli affari. Non solo armatori e pescatori: nel vortice della crisi, innescato con il mancato dragaggio, sono state risucchiate anche le attività commerciali.

Il porto di Pescara è un contenitore vuoto. La stima dei danni economici, alla fine del mese di luglio, sfiora i 12 milioni di euro. Tra licenziamenti, ferie forzate e cassa integrazione, nessuna delle imprese che gravita intorno allo scalo pescarese è in condizioni di operare a pieno regime. Sono almeno otto i posti di lavoro persi a causa dei fondali insabbiati e dell'effetto Snav: sei determinati dal trasferimento del catamarano Pescara jet a Ortona (due addetti all'ufficio informazione turistica, due tecnici specializzati nel servizio antincendio e due addetti alla custodia delle auto) e altri due impiegati mandati a casa dalla società Del Nunzio, che si occupavano di gestire le pratiche doganali alla stazione marittima.

L'imprenditore Sabatino Di Properzio, titolare dell'azienda petrolifera Abruzzo costiero, ammette che il lavoro c'è solo per il 70 per cento dei suoi 55 dipendenti. «Siamo stati costretti a modificare l'organizzazione delle attività», racconta, «il personale è stato mandato in ferie forzate. È una decisione limite che abbiamo adottato per evitare di tagliare qualche testa, ma che non potrà reggere per più di due mesi». Marco Santori, amministratore della Sanmar, ripone l'ultima speranza di salvare in extremis una stagione disastrosa negli indennizzi economici per la categoria: «La classe politica si è fatta in quattro per riconoscere i contributi a pescatori e armatori. Niente, invece, è stato fatto per gli operatori marittimi. Siamo pronti a ricorrere al Tar se la Regione non si adopererà per farci avere gli stessi indennizzi»

La crisi del porto colpisce il traffico delle navi, i rimorchiatori e gli ormeggiatori e si rispecchia nel volume di passeggeri: ai 25mila della Snav dirottati su Ortona si aggiunge il mancato attracco di due navi da crociera da 400 posti l'una. «Dovevano arrivare una a maggio e un'altra a settembre», riferisce Gianni Leardi dell'agenzia marittima Sanmar, «ma entrambe hanno disdetto la prenotazione perché non possono entrare nel nostro porto. Eppure Pescara è una meta ambita, ha tutte le infrastrutture necessarie: l'asse attrezzato per il carico e lo scarico delle merci, l'aeroporto e la Capitaneria».

La stazione marittima, che un tempo brulicava di turisti italiani e stranieri, è oggi una struttura vuota. La concessione da 10mila euro mantiene in piedi un solo sportello aperto: non c'è il check-in né l'ufficio informazioni, ma è aperta solo la biglietteria per i ticket delle navi. Tutte in partenza da Ortona.

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