Porto insabbiato: altri 3 milioni per il dragaggio

D’Alfonso annuncia nuovi finanziamenti dallo Stato Entro 15 giorni partono i primi lavori per 30mila metri cubi

PESCARA. I primi 30.000 metri cubi di sedimenti, ammucchiati sui fondali del porto, saranno prelevati entro 15 giorni. La gara d’appalto da 800mila euro, bandita dalla Capitaneria per rispondere alle prime avvisaglie dell’emergenza insabbiamento, si è conclusa con un ribasso del 37 per cento.

Ma non è tutto: l’impegno di Regione, Comune e Provveditorato alle opere pubbliche si fonda sulla promessa di un nuovo dragaggio di portata più ampia. Si parla di 100mila metri cubi di sedimenti che, nei prossimi mesi, dovrebbero essere trasferiti dallo scalo pescarese a una vasca di colmata, che sarà realizzata a Ortona. Il cronoprogramma è stato stilato nel corso di un vertice a cui hanno partecipato il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, il provveditore Roberto Linetti e il vice sindaco Enzo Del Vecchio. Il tesoretto da 2 milioni 900mila euro, in via di trasferimento dallo Stato al Provveditorato, sarà impiegato in parte per il nuovo dragaggio e in altra parte per la costruzione di una barriera soffolta, all’altezza della Madonnina, per proteggere il porto dall’avanzata delle sabbie trascinate dalla corrente proveniente da nord.

L’opera difensiva è un’ossatura del futuro molo previsto nel piano regolatore portuale. La progettazione è prevista entro il mese di giugno e sarà accompagnata dalla realizzazione di una banchina di circa 5.000 metri quadrati che potrà essere usata anche come vasca di colmata. Quest’ultimo intervento dovrebbe essere portato a compimento nei prossimi due mesi. «Per la prima volta», spiega D’Alfonso, «ampliamo la logica della sola emergenza quando si parla di dragaggio e indirizziamo fin da subito, attraverso interventi anticipatori dell'approvando piano regolatore, azioni che mirano a neutralizzare le cause dell'insabbiamento, abbattendo anche la tradizione di costi eccessivi». Ai fondi statali, di 2 milionie 900mila euro, si aggiungono i 3,5 milioni stanziati dalla Regione per «mettere a sistema il porto di Ortona e quello di Pescara» e realizzare «opere anticipatorie di interventi risolutivi e significativi».

Inoltre, sarà approfondito dall'Arta lo studio normativo sul riutilizzo del materiale accumulato oggi nella vasca di colmata. «Nei fatti, dopo anni di emergenze irrisolte e complicazioni», aggiunge Del Vecchio, «si parla del porto con uno sguardo più lungo. L’amministrazione intende portare a compimento il cammino del prp, perché è indispensabile poter contare sempre su una infrastruttura di tale importanza, sia per programmare l’attività economica e commerciale e sia per non perdere i vantaggi ad ampio raggio derivanti dai collegamenti turistici con gli altri porti dell’Adriatico».

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