Porto, le imprese chiedono i danni

Mancato dragaggio e fondali bassi, Confesercenti avvia l'azione legale

PESCARA. «E' finito il tempo delle scuse e delle giustificazioni, il porto principale della città è fuori uso da mesi». Stavolta, lo sdegno per il mancato dragaggio del porto di Pescara arriva da Feliciano Marcantonio di Assoviaggi-Confesercenti ed Elio Di Giuseppe di Fiba-Confesercenti.

Sono due delle voci che appartengono all'associazione delle imprese che annuncia di passare alle vie legali. «Il danno reale e di immagine che si sta arrecando alle imprese operanti nel turismo è enorme», proseguono i due rappresentanti, «specie in questo delicato momento economico che vive l'intero settore». Così, la Confesercenti ha dato mandato al suo ufficio legale di valutare la presenza degli estremi per un'azione collettiva a tutela delle imprese commerciali e turistiche della provincia di Pescara che, appunto, sono state danneggiate dal mancato dragaggio del porto.

I due rappresentanti di Confesercenti spiegano: «Bisogna individuare le responsabilità e rimuovere immediatamente chi ha creato, per dolo o per incompetenza, questa situazione che la provincia di Pescara e l'Abruzzo non meritano. Così, abbiamo dato mandato all'ufficio legale di occuparsi dei nostri danni», proseguono Marcantonio e Di Giuseppe, «perché la verità è che le imprese commerciali e turistiche della provincia di Pescara sono state lasciate sole di fronte a questa prova di incompetenza».

Di mancato dragaggio, ormai, si parla da oltre un anno. I primi a far emergere il problema dei fondali troppo bassi sono stati i pescatori che, varie volte, hanno organizzato proteste, manifestazioni. Hanno bloccato l'Asse attrezzato e mandando in tilt il traffico.

Ma quei fondali restano troppo bassi e pericolosi per la navigazione e, alle lamentele della marineria, sono seguite quelle delle imprese costrette a mandare in cassaintegrazione i dipendenti.

Gianni Taucci, direttore provinciale Confesercenti, riassume quel pasticcio chiamato dragaggio: «Da mesi le istituzioni sono protagoniste di un imbarazzante tira e molla sulle responsabilità e sulla tempistica del dragaggio. Ogni mese è arrivata la rassicurazione a fasi alterne di Comune, Provincia, Regione e anche dei parlamentari. Il commissario è stato nominato con grave ritardo e i suoi poteri sono limitati», ricorda Taucci. «Alle rassicurazioni delle istituzioni non è seguito nulla, nessun fatto. Prima sono state duramente colpite le imprese di logistica e di pesca, ora il danno si sta estendendo a chiunque opera nel turismo e nel commercio».

Quindi, il direttore provinciale dell'associazione conclude: «Il nostro vuole essere un grido d'allarme, perché troppo lassismo è stato sparso attorno a un tema centrale. Si diano poteri veri e immediati al commissario, si trovi una soluzione definitiva. Pescara vuol dire mare, commercio, turismo, servizi: il danno di immagine è enorme e chi ogni giorno apre la saracinesca della propria attività commerciale e turistica con coraggio e sacrificio, specie in questo momento, non merita questo lassismo». (cr.pe.)

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