Porto, senza passeggeri persi sei milioni di euro

Dragaggio, oggi riunione con Regione, Ministero, Arta e Provveditorato Rischio piena, il Pd chiede lo stato di emergenza per il fiume Pescara

PESCARA. Katarina lavora in una trattoria a Roma. È croata, di Hvar. E per tornare a casa sua veniva a Pescara e prendeva il catamarano della Snav, quello che l’anno scorso è stato dirottato a Ortona e da quest’anno è stato soppresso del tutto. Katarina è uno dei 24 mila passeggeri che fino al 2010 affollavano il porto di Pescara, che nel 2008 erano arrivati addirittura a 44 mila e che nel 2012 sono diventati zero a causa del mancato dragaggio. I soldi di Katarina e di tutti i vacanzieri che passavano da Pescara e oggi per arrivare in Croazia vanno altrove, invece, sono gli oltre sei milioni di perdite stimati dall’ufficio studi di Confindustria soltanto in termini di mancato fatturato. A causa del mancato dragaggio per la prima volta dopo 46 anni l’Abruzzo nel 2012 è rimasto senza un collegamento con la Croazia. L’anno scorso la Snav aveva messo una toppa spostando il catamarano da Pescara a Ortona. Quest’anno, invece, ha alzato bandiera bianca. E chi vuole andare in Croazia deve necessariamente passare per Ancona. E lasciare lì tutti i soldi che fino allo scorso anno facevano la loro parte nell’economia turistica abruzzese.

La scomparsa del collegamento con la Croazia e l’impossibilità di usare il porto a fini turistici è solo uno degli aspetti dell’emergenza dragaggio, un’emergenza che ogni giorno si sta facendo più drammatica e la cui soluzione sembra ancora lontana.

RIUNIONE A ROMA. Il bando per dragare il porto e l’avamporto di Pescara, si era detto nell’ultima riunione allargata a Roma, dovrebbe essere pronto entro metà agosto. Ma i tempi sembrano destinati a dilatarsi. Oggi si riunirà il tavolo ristretto, composto da Regione, ministero dell’Ambiente, Provveditorato alle opere pubbliche e Arta, poi servirà una seconda riunione allargata agli altri attori in campo per procedere. Facile che la scadenza di Ferragosto passi senza che ci sia la gara d’appalto pronta.

EMERGENZA PER IL FIUME. Intanto per far fronte al rischio piena e alluvione a Pescara, ventilato ultimamente anche dal capo della Protezione civile Franco Gabrielli, tutti i rappresentanti del Pd di Comune, Provincia, Regione, Camera e Senato hanno presentato una richiesta di riconoscimento di stato di emergenza del fiume e del porto. A firmare il documento sono stati i senatori Franco Marini e Giovanni Legnini, l'onorevole Vittoria D'Incecco , il capogruppo al Comune Moreno di Pietrantonio , quello alla Provincia Antonio Di Marco e la consigliera regionale Marinella Sclocco.

«Abbiamo prodotto un'istanza», ha spiegato Legnini, «per individuare iniziative e strumenti più efficaci a contrastare gravi danni a persone e cose e non ultimo tutto l'indotto economico ricadente sul porto».

L’APPELLO DEI BALNEATORI. Intanto anche i balneatori per bocca del rappresentante del Sib Confcommercio Riccardo Padovano hanno chiesto uno sforzo collettivo. «Stop agli insulti. In pochi mesi l’economia pescarese ha bruciato un centinaio di milioni di euro solo di operazioni portuali, alle quali vanno aggiunti gli enormi danni materiali alla flotta peschereccia.Ora è il momento di concentrare gli sforzi in due direzioni. Primo, far partire il dragaggio, secondo, definire tempi e risorse per la costruzione del nuovo porto».

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