Premio Pascal D’Angelo all’antropologo antimafia

Introdacqua, domani la cerimonia con Luigi Lombardi Satriani

di Annalisa Civitareale

Era il 1910 e Introdacqua solo un piccolo borgo tra i monti della Maiella. Borgo di contadini. Fame e povertà. Come tanti altri angoli di quell'Italia di primo Novecento. Italia una da poco e ancora divisa. Parte da qui la storia di Pasquale D'Angelo. Sbarcato a Ellis Island e diventato Pascal. Un fagotto e pochi soldi nelle tasche. Poca cultura scolastica, quella che si poteva apprendere dividendo le proprie giornate tra i campi e pochi capi di bestiame, e nessuna conoscenza dell'inglese. Eppure il sogno di diventare poeta. Un sogno che lo ha fatto diventare un "caso" letterario - anche se forse ancora per pochi addetti ai lavori -. Un "caso" letterario chiamato "Son of Italy: the autobiography of Pascal D’Angelo”, ancora oggi considerata la prima opera in inglese di un emigrato italiano sbarcato in America senza la minima conoscenza della lingua d'Olreoceano.

«Il documento più vivido e lacerante dell'esperienza protonovecentesca italoamericana scritto da un nostro espatriato negli USA», secondo Luigi Fontanella, nell'introduzione a "Canti di luce", la piccola antologia di versi del poeta- emigrante introdacquese. A lui, a quel "figlio" partito come tanti per "lamerica" e mai tornato, morto da solo in una corsia d'ospedale di Brooklyn, il comune di Introdacqua dedica, ogni anno, un premio nazionale di letteratura. O più propriamente di cultura umanistico-letteraria.

Quest'anno il premio "Pascal D'Angelo" è stato assegnato all'antropologo Luigi Lombardi Satriani, docente all'università romana della Sapienza. Nell’albo d’oro del premio figurano, tra gli altri, i nomi di Maria Luisa Spaziani, Walter Veltroni, Corrado Augias, Sergio Zavoli, Dacia Maraini e Alberto Bevilacqua, premiato lo scorso anno. La cerimonia di premiazione si terrà domani, nella sala consiliare del Comune, alle 17. Una scelta, quella di un antropologo, che ben si lega alla figura di Pasquale di Introdacqua, partito insieme al padre all'età di 16 anni per cercare, in quella terra lontana, la certezza che i propri monti non riuscivano a dargli. A lui il comune ha dedicato, due anni fa, un museo dell’emigrazione. Pascal D'Angelo emigrante, dunque. Come tanti in Abruzzo durante il secolo scorso. Pascal D'Angelo “simbolo”, anche di una diffusa dimensione antropologica che accomuna, molti, nel viaggio verso qualcos’altro.

Lo stesso viaggio, carico di speranza, che ha poi fatto dell’Italia terra di immigrazione e che ancora ne farà terra di partenza. Tematiche quanto mai attuali, nel loro vichiano "ri- corso" storico. Per questo la giuria, presieduta dal critico letterario Dante Maffia, ha deciso di assegnare l'edizione 2012 del premio all'antropologo di origine calabrese. «Nelle sue opere» si legge nella motivazione della giuria «Satriani ha analizzato i problemi della società moderna, reinterpretandola alla luce della tradizione e degli studi condotti dai suoi predecessori, da Ernesto de Martino ad Alfonso di Nola». La premiazione di Satriani sarà. preceduta dagli interventi del sindaco di Introdacqua Giammarco, dell'assessore alla cultura Orsini, del senatore Legnini, del presidente di giuria. Concluderà i lavori l'antropologo Emiliano Giancristofaro con la presentazione del suo volume "Cara moglia", che raccoglie storie di emigranti abruzzesi. Come quella di Pascal D'Angelo. Desideroso di poesia, a dispetto di una lingua che non conosceva e di una penna che non pagava per la sua fame. Nella "weird shadowy city" americana, con il pensiero alla sua terra, «alle vallette / dove crescono le rose selvatiche. / E fresche sorgenti gorgogliano di acque azzurrine . / E invano la montagna insisteva / per avere una risposta dall'immobile cielo».

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