Primarie centrosinistra  A Pescara il boom di Bersani

Il leader del Pd raccoglie il 46 per cento dei voti, Renzi si attesta al 28. Bene Vendola che supera il 23 per cento

PESCARA. In 15 mila sono andati a votare alle primarie del centronistra, andate in scena domenica scorsa e finite con un testa a testa tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi che vedrà l’ultimo atto nel ballottaggio di domenica 2 dicembre. Una partecipazione alta, quella di Pescara e della sua provincia, che ha stupito positivamente e che da più parti è stata definita una “festa della democrazia”. L’elevata affluenza alle urne, che sono rimaste aperte per tutta la giornata, e le lunghe code di cittadini in fila per votare hanno riacceso un clima ottimistico all’interno di tutto il centrosinistra. »Quella di domenica è stata una festa della democrazia, un segnale entusiasmante», hanno detto i segretari regionali di Pd, Sel e Psi, Silvio Paolucci, Gianni Melilla e Massimo Carugno, «le primarie sono state una risposta della buona politica all’antipolitica e all’astensionismo».

Nella provincia di Pescara, Bersani ha avuto 6.628 voti (46,1 per cento), Renzi ne ha raccolti 4.616 (32,1 per cento), Nichi Vendola si è attestato a 2.859 (19,9 per cento), Bruno Tabacci 62 (0,4 per cento), e Laura Puppato 201 (1,4 per cento). Il miglior risultato del segretario del Pd in Abruzzo, è stato quello ottenuto a Pescara: 2.460 voti, con una percentuale del 46 per cento.

«I risultati», afferma Paolucci, «ci soddisfano molto. All’antipolitica e all’astensionismo, i cittadini hanno risposto aumentando la partecipazione di quasi il 10 per cento rispetto alle precedenti primarie. Questi numeri dimostrano come le primarie, introdotte dal Pd, siano uno strumento valido ed efficace. Questa partecipazione è un tesoro da salvaguardare e da gestire molto bene. Come segretario del Partito democratico, i risultati mi soddisfano ancora di più perché al ballottaggio vanno due candidati del nostro partito».

Renzi, a Pescara, ha preso 1.493 voti (28,1 per cento), Vendola 1.245 (23,4 per cento). Una percentuale alta per il leader di Sinistra ecologia e libertà, che nel capoluogo adriatico si è attestato 4 punti sopra la media nazionale. A Montesilvano, il testa a testa è stato tra Bersani, con 535 voti, e Renzi con 456. Anche a Spoltore, tra i due candidati c’è stato un certo equilibrio: 233 preferenze per Bersani e 200 per Renzi. A Città Sant’Angelo, 304 voti per Bersani e 247 per Renzi.

«È stata una festa della democrazia», dice Melilla, «il centrosinistra ha ritrovato il suo popolo e non deve abbandonarlo. L’elevata affluenza è stata una risposta all’ostilità verso quella politica che ha dipinto in maniera oscena i partiti negli ultimi mesi, a causa di coloro che hanno macchiato la politica stessa con le loro deviazioni penali e politiche. Al di là dei risultati», aggiunge il coordinatore regionale di Sel, «c’è una richiesta urgente di cambiamento e noi dobbiamo ascoltare questa speranza di rinnovamento della politica». Secondo Massimo Carugno, «le file di abruzzesi e di italiani sono state un segnale entusiasmante. Evidentemente, il centrosinistra ha dato un segnale forte circa la capacità di riuscire a riempire quei vuoti che la politica aveva lasciato. Un segnale forte per il Paese, per i nostri avversari e per tutto l’Abruzzo. La coalizione è composta da tre forze che fanno riferimento al Partito socialista europeo», conclude Carugno, «e non possiamo far finta che l’Europa non esista».

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