Processo Del Turco, Angelini è malato salta un'altra udienza a Pescara

Il presidente: "Troppi testimoni, siamo a terra". Il legale di Del Turco: processo arenato

PESCARA. «Dall'inizio dell'anno abbiamo fatto soltanto un'udienza. Vogliamo che il processo arrivi al 2015? Ci sono 600, 700 testimoni: qui siamo a terra». Si lascia andare a un commento, il presidente del collegio Carmelo De Santis, quando l'avvocato di Vincenzo Maria Angelini presenta il certificato medico per il suo assistito. «E' il secondo certificato medico», registra il presidente De Santis che conduce il processo più importante della regione e in cui, ieri, l'ex patron di Villa Pini avrebbe dovuto sedere al banco dei testimoni per continuare la sua testimonianza ma ha presentato il certificato medico per «faringolaringite e afonia» e una lettera di «umili e sentite scuse». L'avvocato Sergio Menna, che difende Angelini, ha chiesto di rinviare l'udienza, i pm si sono opposti e, dopo la visita fiscale inviata ad Angelini che ha accertato un «assoluto impedimento», il presidente De Santis ha rinviato l'udienza a venerdì 2 marzo.

«LO STRESS E LE DIFESE IMMUNITARIE».
Quello di ieri doveva essere il giorno delle domande delle difese poste a Vincenzo Angelini che, nel processo, è imputato con altre 26 persone tra cui l'ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco. Ma nel procedimento Angelini è anche parte offesa e, in questa veste, è stato chiamato a testimoniare: aveva iniziato a farlo il 15 febbraio, udienza in cui era stato interrogato dal pool formato dal procuratore capo Nicola Trifuoggi e dai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli e dall'avvocato Gian Domenico Caiazza legale di Del Turco, raccontando dei 980 mila euro di tangenti che avrebbe pagato all'onorevole Sabatino Aracu, anche lui imputato nel processo. Così, ieri, era in programma il controesame di Angelini che, però, non è arrivato in aula perché malato. Accanto al certificato, l'imprenditore ha inviato anche una lettera di scuse per la sua assenza: «Devo ancora una volta le mie umili e sentitissime scuse per non essere presente. In questa fase, la depressione e lo stress indeboliscono le mie difese immunitarie».

I PM SI OPPONGONO AL RINVIO.
Quando l'avvocato di Angelini ha presentato il certificato medico e ha chiesto il rinvio dell'udienza l'aula ha rumoreggiato anche perché l'imprenditore ne aveva già presentato uno il 14 dicembre. Alla richiesta di rinvio, l'accusa si è opposta chiedendo di celebrare l'udienza e ascoltare gli altri 4 testimoni in scaletta, alcuni esponenenti delle commissioni ispettive. «Il certificato non prova un assoluto impedimento a comparire, c'è un'afonia ma non una temperatura corporea alta», ha detto il procuratore Trifuoggi. «Semmai il certificato prova la mancata presenza di Angelini come testimone». Il presidente del collegio ha inviato quindi la visita fiscale a casa dell'imprenditore, l'udienza è stata sospesa e, al rientro, dopo circa due ore, De Santis ha letto il provvedimento: «Il medico ha accertato la totale afonia, febbre a 38 e quindi un assoluto impedimento. L'udienza è rinviata al 2 marzo».

«ARENATI DA MILLE MALATTIE»
E' stato De Santis, durante l'udienza, a fare la tara al processo Sanità ricordando che a fronte dei numerosi testimoni - in realtà sono circa 350 e non 600 - ne sono stati sentiti solo pochi. «Siamo a terra», ha detto De Santis, «noi prendiamo in considerazione tutte le esigenze ma forse si può pensare di sfoltire la lista dei testimoni». A margine dell'udienza, l'avvocato Caiazza che assiste Del Turco, ha detto: «Il nostro interesse è che il processo si definisca nei tempi più rapidi. Ma questi slittamenti non dipendono da noi. Il processo si è arenato su un capitolo fondamentale, sul controesame dell'unico accusatore. Siamo arenati da mille malattie. Facciamo un augurio di buona salute ad Angelini ma anche al processo perché vorremmo fare quelle domande che andavano poste ad Angelini 4 anni fa. Per le liste, siamo disponibili a una soluzione: sarebbe il caso di ragionare insieme se c'è un interesse comune a celebrare il processo. Ho dei dubbi, ma spero di essere smentito».

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