Marino Roselli, ex presidente del Consiglio regionale

LA SENTENZA

Processo Spoltore, si chiude tutto tra prescrizioni e assoluzioni

A distanza di oltre dieci anni cadono le accuse nei confronti degli amministratori locali, fra i quali l'ex sindaco Ranghelli e l'ex presidente del consiglio regionale Roselli

PESCARA. Tredici anni dopo si chiude con assoluzioni e qualche prescrizione lo scandalo della "cabina di regia", il processo ai vertici del Comune di Spoltore, in primis l'ex sindaco Franco Ranghelli. Secondo l'accusa sostenuta dal pubblico ministero Gennaro Varone (oggi in altra sede), gli imputati ex amministratori si incontravano per condizionare le scelte politiche in cambio di vantaggi elettorali e personali. Alcuni reati sono caduti in prescrizione, per altri ci sono state assoluzioni totali. Ad esempio, cancellata l'associazione per delinquere contestata al sindaco e all'ex presidente del consiglio regionale dell'epoca, Marino Roselli. La decisione di primo grado del tribunale di Pescara è arrivata a più di sette anni e mezzo dall'inizio del processo. Nel frattempo, due dei dodici imputati sono morti.

Franco Ranghelli, ex sindaco di Spoltore

Ranghelli, secondo la tesi accusatoria che è stata cancellata dai giudici, "proponeva delibere di natura clientelare e non esitava a compiere o delegare attività illecite pur di ottenere i risultati auspicati". Invece 'ex presidente del consiglio regionale, Marino Roselli, secondo l'accusa, aveva stretto con il sindaco un accordo corruttivo, assicurando al primo cittadino "il proprio appoggio politico in cambio della facoltà di gestire la "cosa pubblica" funzionalmente ai propri interessi".

Sull'esito del processo è arrivato il duro commento del senatore del Pd Luciano D'Alfonso, che ha sottolineato come l'assoluzione di Roselli sia arrivata "nonostante la montagna di emotività accusatoria che si è scaraventata su di lui e sui suoi collaboratori". D'Alfonso ha indetto una conferenza stampa per venerdì alle 11,30, a Pescara, nella sede dell’Officina in Via dei Marruccini n.7/9. “Non dirò una parola su coloro i quali hanno nutrito quella montagna di accuse", scrive il senatore in una nota, "devo però dire molto adesso e venerdì in apposita conferenza stampa per quanto riguarda la fine che ha fatto anche questo fascicolo giudiziario, mi ricordo ancora i rumori di quei giorni, la scommessa spettacolare – quasi pornografica – dal punto di vista giudiziario nei confronti di questo amministratore quel dubbio che si sollevò se la grandezza professionale generava voti o se i voti e il potere politico generavano grandezza professionale”.