Provincia, 66 precari rischiano il posto

Tagli dal governo per sei milioni di euro. Testa: «Meno risorse per il personale»

PESCARA. Sessantasei precari della Provincia di Pescara rischiano di rimanere senza lavoro: il taglio operato dalla manovra finanziaria priverà la Provincia di oltre due milioni di euro per il 2011 e di circa quattro milioni per il 2012. Oggi alle 10,30, in contemporanea al consiglio provinciale, è previsto un picchetto dei dipendenti della Provincia schierati dalla parte dei precari.

I tagli imposti dalla manovra non sono ufficiali ma sebbene si sia ancora in attesa dei dati definitivi, si tratta comunque di stime attendibili elaborate dall'Upi, l'Unione della Province italiane. Una sforbiciata di sei milioni di euro nel corso di due anni che provocherà danni anche per la gestione del personale. A cominciare dai precari che rischiano di perdere il posto: oggi, dalle 10,30, è prevista la protesta.

«Questo taglio», spiega il presidente della Provincia Guerino Testa, «non solo comporta un reale irrigidimento della spesa ma finirà per rendere impossibile lo svolgimento di interventi come la manutenzione di edifici e strade e gli investimenti stessi. A fronte di una situazione palesemente critica, occorre riorganizzare anche la struttura e renderla più efficiente e produttiva avendo meno risorse a disposizione».

Sul fronte occupazionale, nonostante le difficoltà di bilancio, la Provincia era riuscita a strutturare un piano per 52 nuove assunzioni con due obiettivi: il primo, la quasi totale eliminazione di contratti a tempo determinato e poi, la seconda, l'abbassamento della spesa per il personale che oggi è di 20 punti percentuali sopra la media locale e nazionale.

Con il quadro che si è venuto a creare alla luce della manovra, «da un punto di vista tecnico», prosegue Testa, «il taglio di due milioni di euro non consente un piano occupazionale come quello previsto inizialmente e che comportava una spesa di circa un milione di euro. Il piano è stato, quindi, rivisto e approvato e prevede professionalità indispensabili nonché le più delicate per l'ente in materia di ambiente, servizi sociali e genio civile, arrivando a ridurre la cifra iniziale a 270 mila euro».

Il piano elaborato resta nel cassetto per ora ma non viene abbandonato: «Il piano rimane congelato», osserva Testa, «se la situazione dovesse mutare potremmo riprenderlo così come stilato nei mesi passati». (cr.pe.)

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