Quadri venduti al MuMi incassati 30 mila euro

Francavilla, all’asta la metà delle opere donate dai finalisti del Premio Michetti Le rimanenze possono essere ancora acquistate: ci sono già le prime richieste

FRANCAVILLA. La vendita all’incanto delle opere della collezione Pro Fondazione Michetti ha fruttato circa 30mila euro. L’asta di autofinanziamento dell’ente morale, organizzatore del prestigioso Premio Michetti, si è svolta domenica sera al MuMi. Delle 35 opere donate da artisti finalisti e vincitori del Premio, allo scopo di sostenere le attività istituzionali della Fondazione, ne sono state vendute poco più della metà. Fra queste, due tra le più prestigiose e quotate: lo Struzzo artificiale in metacrilato, di Gino Marotta (1968) e il dittico, di Alberto Biasi, L’ira funesta n. 1 e L’ira funesta n. 2 (2006), realizzato con tecnica mista su tela.

L’opera di Marotta, valore stimato di 25mila euro, è stata battuta per 10mila euro (base d’asta). «L’ha acquistata un giovane informatico di Teramo, appassionato di arte», precisa il presidente della Fondazione Vincenzo Centorame. Il dittico di Biasi, valore stimato 15mila euro, se l’è aggiudicato un altro abruzzese per 7.500 euro (base d’asta). «Il risultato dell’asta è stato apprezzabile, considerando il momento storico. Nessuna opera è stata svenduta», continua Centorame. «Per non offendere nessuno degli artisti, che generosamente hanno voluto esserci vicini, è stata fissata una base d’asta dignitosa per tutte le opere donate, al di sotto della quale non si è scesi».

I quadri della collezione, rimasti invenduti, possono ancora essere acquistati. «C’è sempre un dopo asta e ci sono già diverse persone interessate che ci hanno scritto», dice ancora il presidente, rimarcando come la Fondazione sia stata costretta a ricorrere all’asta di autofinanziamento, a causa della mancanza di finanziamenti pubblici. «Da qualche anno le sovvenzioni pubbliche sono drasticamente diminuite e non abbiamo più il sostegno degli enti. Nelle ultime edizioni del Premio Michetti non abbiamo più messo, ma gli artisti sono stati molto generosi e ci hanno lasciato ugualmente la loro opera. Il Premio Michetti è il più antico d’Italia dopo la Biennale di Venezia; è un premio prestigioso che non ha mai avuto problemi, né suscitato chiacchiere per la scelta dei vincitori. Il nostro patrimonio è enorme: è tra le più belle collezioni d’Italia». Per preservare il Premio e il patrimonio artistico della Fondazione, Centorame confida nella nuova amministrazione regionale. «Da quando sono presidente, circa 15 anni», afferma, «sono venuti a vedere il Premio personaggi politici, direttori di musei esteri, ma mai un assessore regionale alla cultura. Spero che il nuovo governo rispetti l’impegno preso di dare la precedenza alle eccellenze, sostenendo la tradizione del Premio Michetti».

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