QUEL MALEDETTO AUTOBUS

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11:40. Fermata dell’autobus. La giornata è soleggiata e molto calda per essere un 15 febbraio.

Come sempre la nostra storia è a un bivio: prendo l’autobus e torno a casa o rimango qui con te? Infondo è il nostro ultimo giorno insieme, domani sarai distante da me migliaia di kilometri. Che paranoia. Ma questo maledetto autobus oggi non passa mai? La folla si fa sempre più fitta. Eravamo in tre ad aspettare, ora il marciapiede è pieno e poi che caldo! Lo guardo.

Ma poi sarò ancora innamorata? Si, per perdonargli quello che mi ha fatto, cavolo un tradimento si persona solo se si è ciecamente innamorati. Si. Ne sono sicura. Lo amo. Adesso faccio finta di salire sull’autobus e poi scendo, tanto lui sicuramente mi fermerà. Ecco, oddio, si avvicina a me, mi bacia. Mhh…che strano. Mi bacia nuovamente. Non capisco. Accendo una sigaretta, ne avrò fumate sette da quando sono qui. Ma dov’è l’autobus? E’ chiaro che rimango. Per tre anni non ho fatto altro che rimanere anche quando non dovevo. Figurati. L’orgoglio in amore va messo da parte e questo grazie a lui l’ho capito. Ora sono una ragazza totalmente diversa: grazie a lui credo nell’amore. Come farò sei mesi senza di lui? Stavolta mi avvicino io. Lo bacio. Poi ripenso a tutte le volte che sono stata male a causa della sua assenza. Già, perché mi ha lasciata due volte. Abbasso lo sguardo e mi tornano in mente tutte quelle volte che lo incontravo nei sogni per poi vederlo svanire con il risveglio. Vuoto era la sensazione che mi pervadeva, vuoto è la sensazione che mi sta attanagliando lo stomaco ora. Scuoto la testa, alzo lo sguardo, è sempre lì che mi guarda. Ma no, ora è diverso. Vuole che io rimanga. Mi ama. Lo so. Lo bacio, ma ancora una strana sensazione. Un’ansia. Mi fermo, lo osservo, mi parla ma non lo ascolto. Un dubbio corre veloce nella mia mente, lo sento risuonare. Ma sarà vero che ti amo?Mi guardo intorno. L’ennesimo sguardo al viale interminabile. Un momento, ma perché non vedo l’ora che arrivi l’autobus?NO. Non può essere. Lo guardo di nuovo. Ecco L’autobus. Caspita è strapieno, come al solito dovrò spingere qualcuno per intrufolarmi. Mi stringe il braccio. Mi ferma. E’ fastidio questa sensazione che avverto?”Scusa ma devo andare. Buon viaggio!”.

Quella è stata l’ultima volta che ti ho visto. Sono passati due anni. Non so se e come quel viaggio ti abbia cambiato. Ma ho finalmente capito perché attendevo con ansia quel maledetto autobus.

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