Quel Trebbiano con mio figlio al porto turistico

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Era l'anno1960, la tv era alla portata di pochi. Ho ancora un pacco di cambiali che mio padre pagò per un televisore. A Pianella, per vedere la tv, ci si recava alla cantina di Raffaele alias la Ranucchie come nomignolo. Avevo 6 anni e mio padre la sera mi portava in questa osteria a vedere la trasmissione Campanile Sera ed ero raggiante. Si faceva servire mezzo litro di vino ed una gassosa. Vedevo l'oste spillare il rosso nei classici contenitori di allora e a me toccava la gassosa con tappo a corona che custodivo per giocare. Stare seduto lì insieme a mio padre non aveva prezzo!

Mi trasferisco a Pescara, mi cresce la barba, "vedo il 68", gito con il mangiadischi, vesto pantaloni alla Celentano e maglione alla dottor Zivago. Boom economico, la speranza accompagna gli italiani, ora tutti hanno la tv.

Ho due figli e vivo in chiave di oggi la relazione figlio-genitore. Mio figlio Andrea, qualche anno fa, diciottenne arbitro di calcio, non avendo la patente si è affidato a papà per le sue trasferte nell'entroterra. A stagione terminata avevo fatto il callo, nell'anonimato, dagli spalti, ai vari improperi indirizzati al papà dell'arbitro e altri gradi di parentela. Andrea riceveva rimborsi e per sdebitarsi mi offrì un pranzo c/o il Porto Turistico di Pescara da Franco.

Era una giornata grigia ma Andrea era chiara..mente felice di poter pranzare solo con suo padre. Pranzo a base di antipasti, chitarrina allo scoglio e arrosto misto con una bottiglia di Farnese Trebbiano d'Abruzzo che scegliemmo insieme nella ricca lista dei vini. Era la prima volta che gustavo quell'etichetta ma il Trebbiano Abruzzese lo amo molto ed il nome del produttore ed Ortona ci suonava bene. La risposta del palato, una sorta di cervello che invia il giudizio al cervello madre era di un vino eccellente tanto quanto stava accadendo. E sorseggiando il buon bianco ricordavo le uscite con mio padre!

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