la tragedia

Ragazzo ucciso in Venezuela, la madre: «Ora ridatemi il corpo di mio figlio»

L'appello della donna per riavere le spoglie di Matteo Di Francescantonio: «Voglio riportarlo a Popoli per seppellirlo accanto al padre». Intanto le indagini si indirizzano verso la rapina piuttosto che un regolamento di conti per motivi passionali

POPOLI. Le hanno ucciso il figlio con tre colpi di arma da fuoco e ora lotta per cercare di riavere le spoglie. Un dramma che sta segnando la vita di Julitza D'Amato Carbona, madre di Matteo Di Francescantonio. La donna è disperata dopo i fatti accaduti mercoledì scorso, quando in una strada del comune di Diego Ibarra, in Venezuela, è stato ritrovato il corpo senza vita di Matteo, 21anni, popolese, da poco tornato nello stato Sudamericano per seguire la madre e il fratellino.

leggi anche: Giovane di Popoli ucciso in un agguato in Venezuela La vittima è Matteo Di Francescantonio, 21 anni, che da un anno aveva raggiunto la madre nella città di Diego Ibarra. Martedì sera il giovane aveva salutato la madre per raggiungere gli amici e cenare con loro, ma è stato freddato in un agguato nel quartiere Los Jardines. La polizia segue la pista passionaria. Pochi giorni fa l'uccisione del tassista abruzzese Dino Rubens Tomassilli a Maracay

«Me l'hanno portato via con violenza», ha detto Julitza Carbona, «nessuna madre dovrebbe patire un dolore come quello che sto soffrendo io. Vogliamo sapere fino in fondo che cosa sia successo. Non credo che il mio futuro ora sarà qui in Venezuela, ma per mio figlio voglio a tutti i costi fare in modo di riportarlo subito in Italia e seppellirlo dove c'è la dimora del padre. Al momento, ci tocca anche lottare per farci riconsegnare le spoglie. L’unico modo per riaverlo è fare pressioni adesso altrimenti, secondo le leggi di questo paese, bisognerà aspettare cinque anni per dissotterralo». Una difficoltà che, stando alle autorità locali, scaturirebbe dalle cattive condizioni di conservazione del corpo, per questo dall'obitorio vorrebbero procedere a una rapida sepoltura. Decisione che ha trovato la contrarietà della famiglia. Da qui l'appello al consolato italiano che ora, per conto di Elizabeth Auteri, vice console, si sta occupando del caso.

Intanto, vanno avanti le indagini per cercare di fare luce sulle ultime ore di Matteo. In particolare, si sta valutando il racconto dell'amico sopravvissuto all'agguato. In pratica, sembra che i due siano usciti intorno alle 21 dall'abitazione del giovane popolese, in via Vittoria. Insieme sarebbero andati a una festa, ma sulla strada del ritorno un gruppo di malintenzionati li avrebbe inseguiti. Notata la loro presenza, i due ragazzi si sarebbero dati alla fuga dividendosi, ma per Matteo non c'è stato niente da fare ed è stato ucciso con tre colpi d'arma da fuoco sparati a distanza ravvicinata. Una ricostruzione questa che, nel caso fosse avvalorata dalle indagini, ridimensionerebbe la pista della vendetta di un rivale in amore. Secondo questo racconto, non si tratterebbe neppure di un'esecuzione in piena regola, come quella capitata a Dino Rubens Tomassilli, originario di Pratola Peligna (L’Aquila) ucciso con un solo colpo alla testa a Maracay, sempre in Venezuela, dai ladri. Per il 21enne di Popoli, la morte è arrivata con una raffica sparata al bersaglio grosso. Non si esclude che i colpi esplosi contro il giovane possano essere la soluzione utilizzata da qualche ladro intenzionato a rapinarlo, oppure che i proiettili siano partiti dalle armi della polizia alle prese con un controllo nella zona ad alto tasso di delinquenza. Il giovane è stato ritrovato senza vita vicino all'autostrada Maracay-Valencia, luogo che è spesso teatro di azioni criminali da parte di gang organizzate che fermano gli automobilisti per rapinarli. Tutte ipotesi alle quali presto dovrebbe dare una risposta definitiva l’indagine di polizia che stanno portando avanti le autorità venezuelane.

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