Rapito e rapinato dopo una serata in discoteca: due arresti a Pescara

I due, entrambi di Chieti, prima si fanno dare un passaggio, poi lo picchiano e, rubati 100 euro, si fanno portare a Rancitelli per comprare droga. La vittima alla polizia: "Mi avete salvato la vita"

PESCARA. Sequestro di persona, rapina, lesioni personali e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Queste le accuse di cui devono rispondere due giovani teatini arrestati all'alba di sabato scorso (6 agosto) nel quartiere Rancitelli di Pescara dagli agenti della Squadra Mobile della Questura.

Omar D'Amico, 23 anni, e Pierluigi Bellia (21), entrambi residenti a Chieti, hanno convinto un 29enne, anche lui teatino, a dare loro un passaggio in auto dopo una serata in un locale del centro di Pescara. Una volta all'interno della vettura i due hanno minacciato e picchiato il malcapitato, impossessandosi del suo telefonino e del portafogli, e intimandogli anche di ritirare al bancomat 100 euro, per poi costringerlo a portarli nel quartiere Rancitelli per acquistare la droga.

Una volta in via Lago di Capestrano due auto civette della Mobile in servizio, nel corso di una operazione di controllo del territorio, hanno visto il parapiglia all'interno dell'auto dove si trovavano i tre e sono intervenuti intimando l'alt alla vettura guidata dalla vittima che è riuscito così a scendere e a sussurrare agli agenti quello che era accaduto.

All'interno dell'auto gli agenti hanno anche recuperato, grazie alle indicazioni del giovane pestato un involucro con 50 grammi di hashish e poi a terra nelle vicinanze un altro piccolo involucro con poco meno di mezzo grammo di cocaina gettato dall'auto e probabilmente acquistato poco prima.

Il giovane visibilmente sotto choc ha poi ringraziato i poliziotti per averlo soccorso, dicendo: «Sono orgoglioso di pagare le tasse. Mi avete salvato la vita». La vittima del sequestro è stata poi medicata in pronto soccorso all'ospedale di Pescara per ferite al volto e giudicato guaribile in dieci giorni.

D'Amico e Bellia sono ora nella casa circondariale di San Donato a disposizione del pm che ha coordinato le indagini.