RICONOSCETE QUESTI BIMBI? 1945-2014, Abruzzo alla ricerca dei piccoli del dopoguerra

Un volontario americano, Conrad Wilson, li fotografò 70 anni fa in un paese dell’Aventino. Il nipote ritrova l’immagine e lancia la sfida: diamo un nome ai protagonisti di questa foto?

Macerie sullo sfondo, pochi adulti sulla destra, il sole d'inverno che illumina un gruppo di ragazzini in primo piano, coi vestiti rappezzati e i piedi calzati solo di rudimentali ciocie. Sorridono divertiti a un americano alto e biondo che non si vede, perché è lui che scatta questa immagine di speranza nell'Abruzzo distrutto dalla guerra, 70 anni orsono. Conrad Wilson era arrivato a Ortona alla fine di novembre del 1945, e il 1 dicembre aveva cominciato il suo lavoro nella valle dell'Aventino in un progetto dell'organizzazione umanitaria American Friends Service Commitee (AFSC).

(Clicca sulla foto per ingrandirla e scaricarla in formato hd)

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"Le rovine dei villaggi sono incredibili. Gran masse di macerie accumulate sulla cima dei monti -- fantasmi di paesi. È quasi impossibile credere che ci siano persone che vivono tra le rovine, ma c'è ne sono -- a centinaia, vestite di stracci, molte a piedi scalzi, dall'aspetto affamato e tuttavia si lamentano poco. (...) Vivono quasi come animali, ma sembrano desiderosi di cominciare a ricostruire", scriveva a casa pochi giorni dopo, sottolineando come quasi due anni dopo il passaggio del fronte sulla Linea Gustav pochissime erano le case di nuovo in piedi.

LA LETTERA ALLA MADRE Poveri e affamati, ma si lamentano poco

int2Lo AFSC guidava un progetto con il quale le comunità dell'entroterra potevano scambiare legname con materiali da costruzione per rimettere in piedi gli abitati, distrutti dalle truppe tedesche in ritirata e dall'avanzata degli alleati. Conrad guidava uno dei grandi camion che partivano da Ortona in direzione di Colledimacine, Montenerodomo, Fallascoso, Palena e Lettopalena, i cinque paesi dove si concentrava lo sforzo AFSC. Avanti e indietro tutti i giorni, ore e ore alla guida di uno Studbaker a dieci ruote su improbabili strade di montagna, fino almeno alla metà del 1946. E tanti, tanti incontri con gli abruzzesi che il giovane americano coglie con il suo obiettivo.

Conrad è mancato nel 2005, ma le sue memorie inedite e le sue fotografie raccolte in una busta con la scritta "Ortona e Casoli" sono finite in mano del nipote William Wilson, fotoreporter a San Francisco, che ne ha pubblicato una parte sul San Francisco Sentinel. William è rimasto particolarmente colpito dalla foto dei 23 ragazzini straccioni e sorridenti e ci ha chiesto aiuto: possiamo scoprire insieme che ne è stato di quei bambini?

"So che c'è gente che è stata toccata da mio zio Conrad e dalle buone cose che provò a fare per rendere un po' migliore una situazione orribile - spiega William Wilson - Mi ha molto commosso vedere questa foto con i ragazzi che si divertono nonostante le difficoltà. Vorrei solo sapere dove è finito qualcuno di questi ragazzini".

Il Centro accetta la sfida. Qualcuno ci può aiutare?

Prima di tutto si tratta di accertare in che località sia stata presa. Nonostante la busta faccia pensare a Ortona e a Casoli, gli edifici e l'abbigliamento delle persone sembrano indicare una località dell'interno, forse uno dei cinque paesi dove più impegnati erano i volontari dello AFSC. Ma l'obiettivo finale è dare un nome ai volti di quei bambini e raccontarne la storia successiva: sono rimasti in Abruzzo? Sono emigrati? Chi vive ricorda quell'americano biondo e allampanato?

Ecco i 15 primi piani che siamo riusciti a isolare dalla foto originale (cliccando su ogni singola immagine si ottiene un ingrandimento).

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Se avete delle informazioni sulla foto e sui suoi protagonisti, scrivete all'indirizzo mail spettacoli@ilcentro.it, telefonateci (085/20521) o inserite un commento sotto a questo articolo sul sito. Cercheremo di ricostruire nella microstoria di persone concrete la grande Storia di un territorio e di un'epoca tragica. Come ci ha detto William Wilson: "I primi capitoli di questa storia ce li ho, mio zio scrisse ai suoi lettere incredibili e meravigliose per descrivere le difficoltà. Ora vorrei conoscere i capitoli finali".

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