Rifiuti, emergenza finita in 25 pescaresi

Il servizio è di nuovo attivo da questa mattina. L'affidamento alla Deco

PESCARA. Fine dell'emergenza rifiuti. Da questa mattina, nella maggior parte dei Comuni del Pescarese interessati dal problema, ricomincia la normale raccolta della spazzatura. Si conclude così una vicenda dai contorni indefiniti che ha visto protagonisti assoluti la disorganizzazione e una serie di prese di posizione.

La chiusura della discarica di Colle Cese, a Spoltore, era stata annunciata da tempo dalla Deco spa, la società che gestisce il sito e che è proprietaria dell'impianto di trattamento dei rifiuti indifferenziati di contrada Casoni, a Chieti. Un ampio preavviso che non ha evitato però una lunga querelle sulla nuova destinazione della spazzatura e soprattutto sul mancato affidamento del servizio dopo la scadenza del contratto tra la Deco e i Comuni e la Deco e Ambiente.

Da domenica scorsa, cassonetti pieni e sacchetti in strada nella maggior parte dei Comuni, a parte Pescara che ha trasportato la spazzatura nell'impianto di trattamento a Sulmona e quei Comuni che hanno allontanato l'emergenza grazie alla raccolta differenziata. Ieri pomeriggio, Ambiente spa, il consorzio che riunisce la maggior parte dei Comuni del Pescarese, ha deliberato l'affidamento del servizio alla Deco per 23 Comuni.

«Il consiglio d'amministrazione di Ambiente spa», si legge in una nota, «ha manifestato il suo assenso all'unica proposta pervenuta per il trattamento, trasbordo e conferimento dei rifiuti dei 42 Comuni soci, scongiurando così il protrarsi dell'emergenza rifiuti nel territorio di competenza. La proposta, della durata di sei mesi, prevede una tariffa complessiva a carico dei Comuni di euro 163,54 a fronte dei 153,70 del precedente contratto, e l'impegno da parte della società a conferire i rifiuti nei siti disponibili anche fuori regione. Ambiente spa», continua la nota, «ha chiesto di inserire una clausola per la quale la tariffa venga rivista nel caso venga nel frattempo individuato un sito pubblico all'interno del territorio regionale in cui conferire i rifiuti della provincia di Pescara con un contenimento dei costi a carico dei Comuni». Gli scarti derivati dal trattamento dei rifiuti del Pescarese, finiranno infatti in discariche del Molise e dell'Emilia Romagna.

Una conclusione a cui si poteva giungere certamente prima di creare l'emergenza, visto che dalla scorsa estate era stata annunciata la chiusura di Colle Cese per esaurimento delle volumetrie disponibili, e circa un mese fa la Deco aveva ribadito lo stato delle cose, avvertendo Ambiente e i Comuni interessati che bisognava riaffidare il servizio per poter accettare i rifiuti nell'impianto di trattamento di Casoni.

Poi l'epilogo, i Comuni hanno confermato il mandato alla società Ambiente perché individuasse un'azienda in grado di effettuare il servizio di trasbordo, trasporto, trattamento e conferimento delle 116mila tonnellate annue di rifiuti prodotti dalla provincia di Pescara, nelle more di una gara pubblica da effettuarsi entro il prossimo 30 settembre. Ieri, Massimo Sfamurri, presidente di Ambiente, ha firmato l'accettazione della proposta della Deco, la stessa fatta un mese fa. Da oggi la spazzatura verrà rimossa dalle strade. Cosa sia successo in mezzo non appare ancora chiaro. Certo è che la provincia di Pescara si è trovata ad affrontare un problema causato dal fatto di aver soccorso il Teramano, privo di una propria discarica sul territorio. Lo stesso spirito di solidarietà non ha contraddistinto Chieti. Il sindaco Umberto Di Primio ha detto un secco no all'evenienza di accogliere i rifiuti nella discarica di Casoni, anche solo per un mese. Un atteggiamento definito «inaccettabile» dall'assessore comunale all'Ambiente Isabella Del Trecco, che ha scelto di tornare a conferire i rifiuti della città di Pescara nell'impianto di Casoni. Così anche Spoltore, Montesilvano e molti altri. Alcuni Comuni, come Cepagatti e Cugnoli, hanno invece stretto un rapporto diretto con la Deco, senza passare attraverso Ambiente spa.

La Regione, da parte sua, in queste settimane ha organizzato una serie di riunioni per trovare altri siti in Abruzzo per lo smaltimento degli scarti. Ne ha individuati quattro, ma con costi ovviamente superiori a causa della distanza dall'impianto di trattamento. Poi, ieri mattina, il presidente Gianni Chiodi, spazientito, è intervenuto a gamba tesa. «Se le inerzie e le inadempienze dovessero protrarsi al punto da giustificare da parte mia un'ordinanza emergenziale per la tutela dell'igiene e della sanità pubblica», ha detto Chiodi, «ovvio che interverrò, ma accompagnerò il provvedimento con una denuncia agli organi competenti per verificare le responsabilità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA