Rigopiano, gli avvocati dei familiari alla Rai: «No alla messa in onda del film»

Il 2 giugno Rai2 ha programmato l'istant movie "C'è qualcuno", scritto da Santoro e recitato da Beppe Fiorello, con immagini esclusive dei Vigili del fuoco. Reboa: «Quelle immagini costituiscono materiale di indagine»

PESCARA. Stop al filmato con immagini esclusive sulla tragedia di Rigopiano. Una diffida dalla messa in onda dell'instant movie da titolo "C'è qualcuno", scritto da Michele Santoro con la voce narrante di Beppe Fiorello, è stata inviata alla Rai dall'avvocato Romolo Reboa che, insieme ai legali Gabriele Germano, Maurizio Sangermano e Roberta Verginelli, assiste ventuno familiari delle vittime del disastro di Rigopiano e il sopravvissuto Giampaolo Matrone. La messa in onda del film di 60 minuti, sulla tragedia che il 18 gennaio scorso è costata la vita a 29 persone rimaste intrappolate sotto le macerie dell'Hotel Rigopiano, è prevista per il prossimo 2 giugno su Rai2.

«I miei assistiti hanno appreso con estremo stupore la notizia che Rai2 racconterà in prima serata la tragedia di Rigopiano con un film che unirà immagini inedite ed esclusive girate dai Vigili del Fuoco all'interno dell'albergo il giorno della valanga e in quelli successivi», scrive il legale nella lettera inviata alla Rai e diffusa alla stampa. Reboa aggiunge: «I familiari delle vittime e lo sfortunato sopravvissuto osservano come tale pellicola sia stata girata senza la consultazione preventiva con alcuno di loro. Tale fatto è gravissimo - prosegue Reboa - sia in punto di diritto, poiché è evidente che il programma non è un reportage giornalistico, ma una iniziativa editoriale di carattere speculativo, che sotto il profilo dell'etica di un servizio pubblico». A giudizio dell'avvocato, «immagini inedite ed esclusive girate dai Vigili del Fuoco costituiscono materiale di indagine che dovrebbe essere consegnato alla Procura della Repubblica di Pescara, piuttosto che essere dato in pasto al pubblico senza nemmeno averlo preventivamente fatto visionare ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime, magari tramite i loro legali». Reboa sottolinea quindi che materiale simile in possesso della Procura della Repubblica di Pescara «è ancora da questa ritenuto oggetto di segreto istruttorio».