Rigopiano, l’assicurazione non risarcisce 

Per la compagnia della Provincia «la polizza esclude i danni derivati da calamità naturali»

PESCARA. L’assicurazione della Provincia di Pescara archivia «senza seguito» la posizione di Giampaolo Matrone, il pasticciere di Monterotondo sopravvissuto alla valanga di Rigopiano del 18 gennaio 2018 dove ha perso la moglie, tra le 29 vittime. E dove, dopo 62 ore sotto le macerie, ha perso l’uso della mano destra, con problemi alla gamba sinistra.
Una tragedia dopo la quale Matrone si è affidato allo Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini. Società che, non appena l'inchiesta della Procura ha evidenziato le presunte responsabilità in capo agli enti pubblici preposti, li ha contattati chiedendo le coperture assicurative per «ottenere un congruo risarcimento per il proprio assistito». E dalla compagnia assicurativa inglese della Provincia ha avuto la seguente risposta: «Non potremo dare seguito al caso denunciato in quanto l’evento non trova copertura nella polizza per la responsabilità civile verso terzi sottoscritta (dalla Provincia, ndr). L’articolo 7», ha fatto sapere la compagnia assicurativa Qbe a Studio 3A,«esclude espressamente i danni derivanti da calamità naturali. La posizione in oggetto verrà archiviata. Senza seguito».
«Una chiusura che varrà anche per i familiari di tutti gli altri morti», fa notare la società che assiste Matrone, sconcertata dall’amara scoperta «del massimale ridicolo della polizza in questione, appena sei milioni di euro, totalmente insufficiente a fare fronte ai danni immani della tragedia».
«Non si può archiviare in questo modo una catastrofe di tale portata», commenta Ermes Trovò, presidente di Studio 3A, «una la valanga che era ampiamente prevista e prevedibile non si può neanche lontanamente qualificare come calamità naturale. Lo Stato deve dare un segnale chiaro alle famiglie delle vittime: non è accettabile un approccio del genere da parte delle compagnie di assicurazione di enti governativi periferici e pubblici. Su Rigopiano non si può usare il termine “archiviazione”: è un insulto alla memoria delle vittime».
Una memoria difesa e portata avanti ogni giorno, ormai da 14 mesi, dal comitato Vittime di Rigopiano che con una nota inviata alla Procura della Repubblica di Pescara ha chiesto chiarimenti sull'inchiesta relativa alla tragedia. Un incontro chiesto e ottenuto per mercoledì 28 marzo alle 17. Per i familiari delle vittime è necessario «non chiudere le indagini e continuare a lavorare su altri elementi». In particolare, il Comitato vuole sapere «a che punto sono le indagini, avendo appreso dalla stampa della richiesta di una proroga di sei mesi».
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