Rigopiano, la bonifica costerà due milioni di euro 

Da rimuovere 8mila tonnellate di inerti e legna che hanno ucciso 29 persone. Lunedì il via alla maxi operazione della Regione con i fondi del terremoto

PESCARA. Bonificare Rigopiano costerà due milioni di euro. Per rimuovere le macerie dell’albergo e i tronchi di alberi trascinati dalla valanga saranno utilizzati fondi pubblici che la Protezione civile ha destinato al terremoto in Abruzzo. Da lunedì prossimo la maxi operazione potrà partire. Il Centro ha visionato i documenti che autorizzano la pulizia del sito a nove mesi dalla catastrofe. Si tratta di un’operazione che vede come protagonisti oltre che il Servizio Gestione Rifiuti della Regione anche il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, che quindi si ritrova a ricoprire un doppio ruolo: indagato per la tragedia e responsabile delle operazioni di pulizia di ciò che rimane del resort. C’è già la stima della quantità di materiale da rimuovere, ma è un calcolo provvisorio che può anche crescere. Sugli atti della Regione si leggono due dati: seimila tonnellate di resti dell’albergo, cioè una montagna di macerie, e altre duemila tonnellate di legna frantumata, centinaia di alberi trascinati a valle dalla valanga che, alle 16,40 di quel maledetto 18 gennaio, ha travolto il resort cancellando 29 vite.
«Il Comune di Farindola, in sede di Conferenza dei servizi, come prevede la legge, ha segnalato il suo parere favorevole all’assegnazione di queste operazioni alla ditta che gestisce il servizio di igiene urbana in paese, la Ecoalba. La Regione, prendendo atto di questa proposta, ha chiesto alla ditta di presentare il progetto operativo che è diviso in due fasi», spiega Franco Gerardini, dirigente del servizio Gestione rifiuti della Regione e responsabile della bonifica di Rigopiano. La prima fase riguarderà la rimozione della legna. Dev’essere svolta prima che cominci a nevicare quindi nell’arco di tempo di un mese, un mese e mezzo al massimo. La seconda parte della bonifica partirà successivamente e consisterà nella rimozione dei detriti del crollo dell’hotel. A eseguirla sarà la stessa ditta di Farindola che prima dovrà procedere ad una selezione dei materiali. In entrambe le fasi verrà data la possibilità ai familiari delle vittime di poter essere presenti per recuperare gli oggetti appartenuti ai propri cari. Il preventivo di spesa della bonifica è di 110 euro a tonnellata. Ma è una stima approssimativa. La parte economica dell’operazione è comunque al vaglio della Protezione civile che ne sta valutando la congruità. E’ la Protezione civile infatti a finanziare l’intera bonifica con i fondi del terremoto perché i detriti di Rigopiano sono stati equiparati alle macerie del sisma. Gli inerti, cioè i resti del crollo del resort, saranno conferiti in una discarica. Il legname, invece, seguirà un’altra strada. Il Comune di Farindola avrà la possibilità di venderlo alle ditte che lavorano con la legna. L’ultimo atto dell’iter burocratico prevede la convocazione, a cura del responsabile dell’operazione di bonifica Gerardini, di una Conferenza dei servizi asincrona, cioè d’urgenza, per accelerare i tempi e anticipare l’arrivo del maltempo. Non è prevista infatti alcuna riunione delle parti interessate ma solo l’acquisizione dei loro pareri. Gli interessati sono il Comune di Farindola, la Asl, l’Arta, il Servizio valanghe della Regione, l’ente Parco Gran Sasso Monti della Laga e l’Aca. Acquisiti i pareri, da inviare non oltre cinque giorni dalla notifica dell’atto, Gerardini firmerà la determina che dà il via ai lavori. Il termine di scadenza è fissato per lunedì 9 ottobre. Il tutto è stato inviato, per conoscenza, anche al Comitato delle vittime, «che informiamo di ogni nostra decisione», sottolinea Gerardini. Ieri è arrivato il primo dei pareri che è, di fatto, l’unico vincolante. Il Servizio valanghe, attraverso il responsabile, Sabatino Belmaggio, ha dato il via libera alla bonifica con una sostanziale prescrizione. I lavori debbono essere interrotti prima che nevichi e possono riprendere solo con il bel tempo. E’ stato anche stabilito il periodo di sospensione che va dalla fine di novembre al 28 febbraio prossimo. Perché, secondo gli esperti del Servizio valanghe, in quel periodo, a cavallo tra la fine dell’anno e i primi due mesi del 2018, l’Abruzzo sarà interessato da un’allerta metereologica. Come è accaduto a gennaio quando, a Rigopiano, 29 persone sono morte travolte da 8mila tonnellate di alberi e macerie.