Rimborsi Regione Abruzzo, l'amante di Chiodi "Perché chiedono solo le mie dimissioni? L'adulterio non è più un reato da tempo"

Intervistata dal Fatto Quotidiano, la donna che nel marzo del 2011 trascorse una notte in hotel col governatore si difende: “Nessuna ombra: né per la mia nomina, né per il lavoro svolto, perché non ho avuto facilitazioni personali e non sono stati facilitati i miei progetti”

PESCARA. «Nessuna ombra: né per la mia nomina, né per il lavoro svolto, perché non ho avuto facilitazioni personali e non sono stati facilitati i miei progetti. Ho sempre agito in piena autonomia, come il mio ruolo richiede, prendendo anche decisioni scomode per la giunta, provando a recuperare il ritardo, in Abruzzo, rispetto agli obiettivi che ci pone la comunità europea in temi di pari opportunità». Intervistata dal Fatto Quotidiano, la donna che nel marzo 2011 trascorse una notte in hotel con il governatore dell' Abruzzo Gianni Chiodi - accusato di truffa, peculato e falso nell'ambito dell'indagine sui rimborsi spese della Regione - spiega che non si dimetterà dalla Commissione regionale Pari Opportunità.

«È singolare che la Commissione chieda soltanto le mie dimissioni. Come mai non chiedono anche quelle del governatore? Sono coinvolta, e a questo punto vittima, in una situazione che, per quanto riguarda me, non comporta alcuna responsabilità penale. Vorrei ricordare che l'adulterio non è più considerato reato e per le considerazioni morali rispondo solo alla mia coscienza e alla mia famiglia», afferma la donna, che nega di aver avuto favoritismi. «La selezione è avvenuta pubblicamente vagliando i titoli e i curricula delle candidate», spiega. «Nessuna delle mie concorrenti poteva vantare, tra i titoli, un insegnamento universitario nella disciplina delle pari opportunità. Che avessi più titoli è un fatto dimostrato e dimostrabile. E nessuna ha presentato ricorso».

Dal punto di vista economico, «di certo non mi arricchisco: la mia è indennità è di 180 euro lordi al mese ai quali vanno aggiunti, di volta in volta, 30 euro come gettone di presenza per le eventuali riunioni in commissione», dichiara la donna. «Fino al 2011 l'indennità era di 360 euro, quando sono arrivata s'è dimezzata e queste cifre, da sole, sono sufficienti a dimostrare che non v'è paragone tra quanto mi pagano e l'impegno necessario».

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