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Risco, criticata la nomina dell’amministratore

Il capogruppo di opposizione Marinelli: «E’ stato scelto senza bando dal sindaco»

PIANELLA. «Per la nomina dell’amministratore della società di riscossone Risco Pescara il sindaco Giorgio D’Ambrosio ha preferito l’acclamazione al bando». Il capogruppo di opposizione Pdl-Udc, Sandro Marinelli, contesta la procedura adottata per la designazione dell’amministratore della Risco, la società pubblica che si occupa della riscossione dei tributi comunali. A capo dell’azienda è stato nominato il pianellese Gabriele Lazzarini, che della Risco è dipendente. «L’assemblea della società, a totale capitale pubblico, per sostituire l’amministratore invece di indire un bando di selezione per titoli lo ha nominato per acclamazione», continua Marinelli, secondo il quale, «non si può affidare la guida di una società pubblica, che movimenta milioni di euro di tributi pagati dai cittadini, senza indicare un criterio di merito per tale scelta che, del tutto incidentalmente, è caduta su un giovane assunto poco tempo prima dalla stessa società, senza concorso». Secondo Marinelli si tratta di una scelta fatta dal sindaco D’Ambrosio per simpatie politiche. «Questo è un altro incarico retribuito con il 70% dell’indennità prevista per il sindaco», aggiunge il consigliere, « e come già capitato con il difensore civico è stato scelto un fedelissimo». A destare meraviglia, per Marinelli, è il via libera alla designazione dell’amministratore Risco degli altri Comuni soci, Catignano e Nocciano. «Non resta che sperare che i rispettivi consigli, con quello di Loreto, che non ha partecipato all’assemblea, non ratifichino la nomina», è l’auspicio del capogruppo Pdl-Udc. Il consiglio comunale di Pianella dei giorni scorsi ha avuto altri momenti caldi, in particolare per una delibera della Corte dei Conti che rileva irregolarità a carico del Comune. «Quel documento», conclude Marinelli, « è stato occultato a tutti i consiglieri per 5 mesi. A fronte delle approssimative giustificazioni del sindaco, che ha parlato di un disguido, è necessaria una verifica su eventuali omissioni da parte di chi aveva il dovere di rendere noto il documento e non l’ha fatto».(g.d.l.)

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