Riviera, sì agli stabilimenti più grandi del 30 per cento

Una norma del Piano demaniale regionale consente aumenti di volumetria Acerbo: «È un tentativo di salvare gli abusi edilizi di De Cecco, ma è fallito»

PESCARA. Un articolo del Piano demaniale marittimo regionale, passato finora inosservato, consente agli stabilimenti balneari di ampliare i volumi del 30 per cento. La scoperta è stata fatta dall’ex consigliere regionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo e dalla responsabile dell’associazione Marevivo Loredana Di Paola. Il loro sospetto è che l’articolo del Piano sia stato confezionato per tentare di salvare i presunti abusi edilizi nella pizzeria Il granchio all’interno di Cafè Les Paillotes, di De Cecco. Tentativo peraltro fallito, in quanto una sentenza del Consiglio di Stato di qualche giorno fa ha bocciato il ricorso presentato da De Cecco per contestare il parere negativo della Soprintendenza condiviso dal Comune, in merito agli interventi edilizi all’interno di Les Paillotes.

Ma la normativa del Piano non si riferisce solo ad un singolo stabilimento. Ecco cosa è scritto: «La percentuale massima di superficie copribile con volumi e tettoie, esclusi gli impianti mobili, non può superare il 20 per cento dell’area in concessione, con una superficie massima di 250 metri quadrati. Per i Comuni oltre i 100mila abitanti (quindi anche Pescara, ndr), il parametro massimo di 250 metri quadrati è incrementato del 30 per cento. A questa norma, è stato aggiunto un comma per le concessioni nelle zone urbanizzate. «Concessioni che svolgono attività per l’intero anno, che abbiano almeno dieci dipendenti con una consistenza minima dell’arenile di almeno 4mila metri quadrati, è concessa una razionalizzazione di superficie copribile con volumi e tettoie pari al 25 per cento in più oltre l’esistente legittimato, con una superficie coperta massima pari a 500 metri quadrati, mediante l’utilizzo esclusivo di sistemi costruttivi in bioarchitettura e materiali eco-compatibili a bassissimo impatto ambientale».

Secondo Acerbo e Di Paola, con quest’ultimo comma si sarebbe tentato, invano, di salvare i presunti abusi di De Cecco. L’ex consigliere regionale ha accusato il presidente della giunta regionale Luciano D’Alfonso che, a suo dire insieme al centrodestra, avrebbe fatto approvare la norma. «Ai tempi della giunta Chiodi», ha ricordato Acerbo, «bloccammo con mille emendamenti la prima parte di questo comma del Piano demaniale marittimo, che regala alla lobby dei balneatori la possibilità di ampliare del 30 per cento la volumetria massima degli stabilimenti balneari». «Nel febbraio scorso, in gran segreto e senza dare la possibilità ai cittadini e alle associazioni di osservare le modifiche», ha aggiunto l’esponente di Rifondazione, «D’Alfonso ha ripreso la stessa norma e tra la commissione e il consiglio ha fatto passare un sveltina ad personam, nella quale mancano solo il nome e l’indirizzo del Cafè Les Paillotes». «Per fortuna», ha concluso, «il Consiglio di Stato ha fatto notare che la legge regionale non può intervenire su un giudizio formatosi sulla base di una precedente normativa. De Cecco ora può essere tentato dall’idea di ricostruire, avvalendosi di tale norma. La Regione deve, quindi, abrogarla».

©RIPRODUZIONE RISERVATA