Sanità, la difesa di Angelini: “Ha sempre detto la verità è Del Turco che mente”

I difensori dell’ex patron di Villa Pini chiedono la sua assoluzione e attaccano l’ex governatore: la verità la dice Angelini, mentre Del Turco mette il sigillo alla menzogna

PESCARA. Richiesta di assoluzione, da parte dei difensori, per l’ex patron di Villa Pini e imprenditore della sanità privata abruzzese, Vincenzo Maria Angelini, nell’udienza odierna del processo «Sanitopoli», su presunte tangenti nella sanità privata abruzzese, che vede tra i principali imputati l’ex presidente della Regione, Ottaviano Del Turco. «Angelini è innocente. È la vittima in questo processo, è la vittima di condotte altrui» è stato uno dei passaggi chiave dell’arringa dell’avvocato Sergio Menna, legale di Angelini insieme con Iole Di Bonifacio.

Angelini, nel procedimento in corso a Pescara, è imputato e parte lesa. Come imputato deve rispondere di associazione per delinquere, abuso e truffa in concorso. Da queste accuse, i due difensori hanno chiesto, oggi, l’assoluzione; per i reati di truffa l’assoluzione e in subordine la prescrizione. Come parte civile, lo scorso 24 giugno avevano chiesto quasi 11 milioni di risarcimento di danni morali. Durante il suo intervento, l’avvocato Menna ha più volte insistito sulla «credibilità di Angelini», definito nell’ambito dell’inchiesta il «grande accusatore, per aver rivelato ai magistrati di aver pagato tangenti per circa 15 milioni ad alcuni amministratori pubblici regionali, sia di centrosinistra sia, di centrodestra in cambio di agevolazioni. «Angelini - ha detto Menna - è un uomo estroso, estremamente intelligente, che aveva un patrimonio suo. Non è un peccato questo e non è neanche un reato. Non possiamo fare il processo alla ricchezza. Angelini è una persona credibile, lo dicono i fatti e i documenti. Noi ne siamo convinti. È solo questo che sosteniamo, di valutare la sua credibilità».

Nella sua ricostruzione storica delle varie vicende al centro del procedimento, Menna ha fatto presente che «tutto ciò che Angelini ha detto, ha una sua prova e suoi riscontri». Per il legale, «tutti se ne sono abusati». Riguardo all’ex presidente Del Turco, ha sottolineato che «è un uomo che mente davanti al Tribunale e ne abbiamo le prove». Circa l’episodio della presunta tangente del 2 novembre 2007, a Collelongo (L’ Aquila), ha evidenziato che «la verità la dice Angelini, mentre Del Turco mette il sigillo alla menzogna».

Per l’avvocato, «Angelini ha sempre detto la verità», e nel raccontare la verità ai magistrati «non ha ottenuto nessuno sconto», tanto che attualmente è imputato a Chieti per un processo di bancarotta. «Angelini - ha sottolineato a tal proposito il legale - non fallisce perché un creditore ha fatto istanza, ma su richiesta della procura e in particolare su segnalazione di quella di Pescara. Ecco questo ci ha guadagnato».

Durante l’udienza odierna, il Tribunale ha acquisito il dispositivo della sentenza con cui la Corte d’Appello dell’ Aquila, nei giorni scorsi, ha condannato l’ex presidente della Regione, Giovanni Pace, l’ex vice presidente della Fira, Vincenzo Trozzi ed ha, invece, assolto l’avvocato romano, Pietro Anello, tutti coinvolti nell’inchiesta.

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