Santavenere si sfoga «Mi licenziano? Riparto per l’Africa»

L’amarezza dell’assessora che sta per essere sostituita «Ho sempre fatto il mio dovere, io: mi rimpiangeranno»

PESCARA. «In questi due anni ho sempre fatto il mio dovere. Se dovessi essere mandata via dalla giunta, non sarei io a rimetterci». Sono queste le prime parole che l’assessore Sandra Santavenere pronuncia durante l’intervista al Centro. Parla con voce tremolante e non nasconde una profonda amarezza per quello che sta accadendo da alcuni giorni in Comune. Dopo mesi di indugi, il sindaco Marco Alessandrini ha deciso di avviare finalmente un rimpasto per rinforzare la sua squadra di governo della città e la Santavenere sarebbe di nuovo nella lista nera degli assessori che verranno sostituiti. Lei, votata da 1.083 cittadini, ha dovuto dimettersi da consigliere del Pd per entrare in giunta e ora rischia di uscire completamente dalla politica. Venerdì scorso, si è presentata nella stanza del sindaco con un dossier contenente tutti i risultati raggiunti con le sue deleghe in due anni di attività amministrativa. «Cosa farò se dovessero mandarmi via? Torno in Africa a fare la volontaria», dice. La Santavenere ha una grossa esperienza nel campo della cooperazione. Con una onlus ha partecipato ad alcune missioni in Ruanda e Burundi. È stata la protagonista di iniziative per la lotta contro la malnutrizione infantile in centro Africa ed è stata anche organizzatrice in missioni a Burkina Faso.

Assessore, ma perché proprio lei dovrebbe uscire dalla giunta?

«Non lo so. Io ho sempre fatto il mio lavoro al meglio e venerdì scorso, durante l’incontro con il sindaco, ho relazionato in modo sintetico ciò che ho fatto in questi due anni. Lui non mi ha detto che intende sostituirmi, ha parlato solo di un’operazione generale, di una riorganizzazione complessa della giunta».

Perché si è presentata con un dossier contenente i risultati raggiunti?

«Ho voluto ricordare quello che ho fatto nei vari settori che fanno parte delle mie deleghe. Deleghe che, molto spesso non mi hanno consentito di mettermi in evidenza».

Lei è ricordata soprattutto per aver dato il via ai primi matrimoni in spiaggia.

«I matrimoni in spiaggia sono solo una minima parte di ciò che è stato realizzato. Le mie deleghe spaziano dall’edilizia, al personale, dalla tutela del mondo animale, allo Sportello unico per le attività produttive (Suap).

A proposito di edilizia, l’opposizione sostiene che il settore sia completamente fermo da due anni.

«Non è vero. Ho velocizzato il sistema di rilascio delle pratiche creando un’armonia tra gli uffici tecnici. Ho organizzato un tavolo permanente per evitare lungaggini burocratiche. Ho abolito la Commissione edilizia, cosa che il mio predecessore non era riuscito a fare in cinque anni. Poi, ho ridotto il contenzioso e aumentato gli incassi degli oneri di urbanizzazione. Ho stipulato una convenzione con i geometri praticanti per i tirocini dei giovani. Ho fatto approvare in consiglio il contributo straordinario di costruzione. Tutto quello che potevo fare l’ho fatto, anche se le risorse a disposizione sono poche perché il Comune è in predissesto».

Per il personale del Comune, invece, cosa ha fatto?

«Anche in questo caso c’è il predissesto e, quindi, il blocco delle assunzioni. Tuttavia, anche in questo settore sono state fatte molte cose. Ho stipulato una convenzione con la casa circondariale per far collaborare con il Comune i detenuti in semilibertà. Un’altra convenzione è stata fatta con la Caritas per far lavorare 14 immigrati. Abbiamo approvato una delibera per impiegare 15 persone sottoposte a pena alternativa, ad esempio automobilisti trovati in stato di ebbrezza. Abbiamo anche avviato un percorso di educazione lavorativa per gli studenti».

E nell’ambito della tutela del mondo animale?

«Ricordo, ad esempio, la realizzazione del centro per curare le tartarughe spiaggiate, un centro all’avanguardia riconosciuto a livello nazionale».

Dal lungo elenco di cose fatte, lei appare come un assessore indispensabile per la giunta...

«Ripeto, io sono a posto con la coscienza perché ho fatto sempre il mio dovere e, se dovessi uscire dalla giunta, la perdita sarà loro».

Qualcuno sostiene che lei sia l’agnello da sacrificare in una guerra interna al Pd tra dalfonsiani e dimatteiani. Si dice che lei sia molto vicina a Di Matteo. È vero?

«Non credo alle guerre interne. Io sono vicina a tutti e non solo all’assessore regionale Donato Di Matteo. Chiunque faccia una cosa buona può contare sul mio sostegno».

Serberà rancore ad Alessandrini, se dovesse mandarla via?

«Nessun rancore, solo dispiacere. Un sindaco non è mai solo quando prende decisioni del genere. Ognuno ha la sua corrente che lo sostiene. Spero che Alessandrini, quando farà una scelta, tenga conto dei principi democratici. Ripeto, io ho la coscienza a posto».

Se dovesse perdere il posto di assessore, cosa farà?

«Ripartirei per l’Africa, per tornare ad aiutare i bambini che hanno bisogno».

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