Passamonti si insedia. Dal nucleo antisequestri in Calabria alla direzione della questura di Macerata

«Sarò sulla strada con i miei uomini»

Il nuovo questore: «Lotta a traffico di droga e immigrazione clandestina».

PESCARA. Dare ai cittadini la sensazione di vivere in un posto sicuro. Non è un obiettivo semplice da raggiungere quello che si è posto il nuovo questore di Pescara, Paolo Passamonti, che ieri ha preso ufficialmente il posto di Stefano Cecere alla guida della Polizia di Pescara. Per cominciare Passamonti, 56 anni, di Pineto, ha deciso di prendere un mese «sabbatico», come lo definisce lui stesso, per conoscere il territorio. «Andrò in giro di giorno e di notte con i miei uomini a vedere cosa succede, a parlare con la gente, a cercare di capire quali sono i problemi».

Di idee sul lavoro da fare in città, però, il nuovo questore, ne ha già più di una. «Dobbiamo agire su tutti i fronti» ha spiegato Passamonti durante il passaggio di consegne. «I problemi sul territorio ci sono e li conosciamo: dall’immigrazione clandestina al traffico di stupefacenti. Pescara poi» ha spiegato il nuovo questore «ha una numerosa comunità rom i cui esponenti, negli anni, sono passati da usura e furti al traffico di stupefacenti. So che qualcosa su questo fronte è stato fatto, ma non si possono tollerare sacche di illegalità: lo Stato deve intervenire e anche questo è un problema che dovremo risolvere, magari riducendo la comunità, che è molto radicata in città, a più miti consigli». «Non dobbiamo però» ha continuato Passamonti «trascurare nessun fronte.

Il controllo serrato del territorio è molto importante, ma ci sono anche altre attività. Penso ad esempio alle funzioni di polizia amministrativa: la gente a volte pensa di poter aprire le attività senza tener conto delle regole e delle leggi, ma non è così. E poi, ovviamente, c’è l’attività investigativa, che è quella che ho nel cuore. A fare il questore» ha scherzato Passamonti «non è che mi ci senta tanto bene. A me piace fare, più che guardare il lavoro degli altri: per questo spesso mi è capitato di stare con i miei uomini mentre fanno gli interrogatori o in altre situazioni operative». Paolo Passamonti, originario di Pineto, in provincia di Teramo, ha infatti dietro le spalle una carriera durante la quale spesso si è trovato a lavorare in luoghi non facili.

Dopo aver prestato servizio a Roma durante gli anni del terrorismo - fu tra i primi ad arrivare in via Fani la mattina del sequestro Moro e toccò a lui, come ha ricordato ieri mattina, aprire il bagagliaio della Renault 4 in cui c’era il cadavere del presidente della Dc - e aver lavorato anche a Chieti, Passamonti ha diretto il Nucleo antisequestri di Bovalino, in Calabria, dal 1991 al 1993. «Era il periodo in cui la ’ndrangheta faceva i sequestri» ha raccontato il questore «e in due anni ne ho gestiti sette». Dopo l’esperienza calabrese Paolo Passamonti è stato vice questore vicario a Ravenna e ad Ascoli Piceno, poi capo del contingente della Polizia durante la missione italiana in Albania.

Dal 2003 al 2006, come dirigente della Polfer del Piemonte, ha partecipato all’organizzazione della sicurezza durante le Olimpiadi invernali del 2006. Ultimo approdo, la questura di Macerata, che ha diretto per oltre tre anni prima di tornare in Abruzzo per prendere il posto di Stefano Cecere di cui ha detto di considerarsi un allievo e di voler seguire le tracce perchè «ha lavorato benissimo». «Da abruzzese sono ovviamente molto felice di essere a Pescara, che è anche la città d’origine di mia moglie» ha detto il nuovo questore «e per questo il mio impegno sarà ancora più attivo. Cercherò di dare il massimo in una città a cui tengo moltissimo».