Sassi contro carabinieri, arrestato

False chiamate al 112 per far arrivare la gazzella, poi il lancio di pietre

PESCARA. Chiamava i carabinieri per segnalare un incidente o una persona sospetta che girava per Fontanelle. Li aspettava alla finestra e quando arrivavano prendeva la loro macchina a sassate. Il gioco di Pietro Borrelli, però, non è andato avanti per molto.

I militari della compagnia di Pescara, comandati dal maggiore Pasquale Del Gaudio e coordinati dal tenente Salvatore Invidia, hanno rintracciato e arrestato il ventisettenne per danneggiamento aggravato e spaccio di stupefacenti in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Guido Campli su richiesta del pm Paolo Pompa.

Tutto comincia il 25 marzo alle quattro del mattino. Qualcuno chiama il 112 dicendo che in via Caduti per servizio, a Fontanelle, due persone sospette sono entrate in un condominio. Una pattuglia va sul posto. Neanche il tempo di imboccare la strada e si sente un rumore: qualcosa è andato contro il lunotto posteriore della macchina dei carabinieri e l’ha rotto.

Passa qualche giorno e di nuovo arriva al 112 una chiamata da Fontanelle: c’è un incidente stradale. I carabinieri vanno a controllare ma, anche questa volta, non trovano niente.

L’operatore però, sospettando che sia la stessa persona della volta precedente, nel frattempo fa un controllo: il nome che l’uomo ha dato all’operatore risulta di fantasia, ma i militari riescono a rintracciare Pietro Borrelli. Durante le indagini i carabinieri scoprono che il ragazzo ha anche spacciato stupefacenti.

Qualche giorno dopo scatta la perquisizione nell’appartamento in cui Pietro Borrelli vive con i genitori: sul comodino i militari trovano la scheda telefonica usata per chiamare il 112 e un mucchietto di sassi.

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