Sasso e sottobosco

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In posta privata è arrivato un invito; in Enoteca, da Picone, nella mia città, Palermo, il 23 ci sarebbe stato un evento: “Un'immersione nel sapore d'Abbruzzo” diceva, o qualcosa di molto simile.

Già attraverso lo schermo sentivo l'odore del sasso e del sottobosco, ho sempre immaginato così quella terra dove non sono mai stata. Avevo 25 anni, 20 anni fa quando ho conosciuto Alessio, un ragazzo Aquilano, c'aveva i dread, lunghi, oh quant'erano lunghi ed il sorriso più dolce che abbia mai visto in un uomo. Anche io lo ero all'epoca, dolce intendo.

Andare! Andare! Bisogna assolutamente andare mi son detta e così lì ci ho trascinato anche le mie amiche.

Il vino è rosso di molti toni, Montepulciano d'Abruzzo Marina Cvetic, la bottiglia essenziale, l'etichetta non ha deluso; è maschile e diverso, tutto diverso rispetto al vino della mia Isola, così barocca.

Non lo bevo subito, il pezzo di strada va fatto in compagnia e infatti arriva anche un tagliere di lonza, soppressata, ventricina e capocollo della zona. L'oste aggiunge a tutta questa meraviglia uno stufato di cinghiale ed il viaggio comincia con il sottofondo del chiacchiericcio tranquillo delle mie amiche. Io intanto sono in Abruzzo, ad ogni sorso mi ci addentro di più e l'odore è quello del muschio e del ginepro, il sapore è quello del ferro e dell'uva buona, il vino scalda con forza, è prepotente e dolce. Sì, questo vino è stato un viaggio nello spazio e nel tempo.

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