Scalata alla Tercas, la Caripe può bloccare il piano segreto del centrodestra teramano
Il posto lasciato da Di Matteo nel consiglio di amministrazione della banca pescarese diventa la contropartita per il Pdl che ha conquistato la maggioranza nella Fondazione che controlla l'isitituto di credito teramano
TERAMO. Il centrodestra teramano accerchia la Tercas. Ma il presidente, Lino Nisii, può fermare la scalata all'istituto di Corso San Giorgio offrendo, su un piatto d'argento, un posto pesante. Quello da consigliere lasciato libero dall'ex dg, Antonio Di Matteo, nel cda Caripe. E' un posto vacante che spetta ad un teramano ed offre al vertice della capofila Tercas l'occasione ideale per uno scambio. Una contropartita forse decisiva per tentare un dialogo con il Pdl che ha conquistato la maggioranza nel consiglio di indirizzo della Fondazione Tercas, principale azionista della Cassa di riferimente.
Con il suo 65 per cento del gruppo bancario più potente d'Abruzzo, la Fondazione del presidente Mario Nuzzo può ambire ad una "scalata soft", che non preveda rivoluzioni nel cda di Tercas, la cui naturale scadenza è fissata al 2013. Ma che per ora si limiti all'ingresso di tre membri, targati centrodestra teramano, in un consiglio finora definito monolitico, di tradizionale ispirazione di centrosinistra.
E' bastato l'ingresso di Marino Iommarini - della segreteria del Pdl, designato dal Comune di Atri - per cambiare sostanzialmente la mappa politica dell'organo di governo della Fondazione Tercas. E per spingere il Pdl di Tancredi e Gatti ad ambire alla scalata, non rumorosa, della banca di Nisii, come è già accaduto nel partito dell'acqua che governa il Ruzzo, passato nel giro di 48 ore in mano al centrodestra.
Al presidente della Fondazione, Mario Nuzzo, ora si affiancano i membri di centrodestra Attilio Danese (Provincia), Giovanni Di Giosia (Comune), Vincenzo De Nardis (Comune) e Raffaele Marinucci (Comune di Nereto) oltre che Iommarini. Mentre tra i consiglieri legati al centrosinistra rimangono solo Carlo De Sanctis e Roberto Prosperi, se escludiamo Gianni Mancini e Maria Vittoria Cozzi dall'elenco di chi è schierato da una parte o dall'altra della politica teramana.
Il potere del centrodestra è evidente così come l'ambizione, non smentita, di quest'ultimo di contare di più nelle decisioni del polo bancario leader in Abruzzo. Ma ecco che a Nisii si spalanca la porta su una sorta di uscita di sicurezza nel cda di Banca Caripe dove, oltre a Guglielmo Marconi (presidente), Mauro Angelucci (vice), Piero Vincenzo Di Felice, Andrea Di Properzio, Gaetano Marano, Antonio Rabbi, Pierluigi Tenaglia e Mario Russo (che è il nuovo amministratore delegato della Cassa pescarese), troviamo anche una poltrone vuota. Il nono posto in consiglio è vacante da due settimane, da quando Di Matteo, l'ex Dg di Tercas ed ex Ad di Caripe, si è dimesso. Per lo storico presidente Nisii, il nono posto è la chiave per mediare con il Pdl che punta sulla Tercas.
Con il suo 65 per cento del gruppo bancario più potente d'Abruzzo, la Fondazione del presidente Mario Nuzzo può ambire ad una "scalata soft", che non preveda rivoluzioni nel cda di Tercas, la cui naturale scadenza è fissata al 2013. Ma che per ora si limiti all'ingresso di tre membri, targati centrodestra teramano, in un consiglio finora definito monolitico, di tradizionale ispirazione di centrosinistra.
E' bastato l'ingresso di Marino Iommarini - della segreteria del Pdl, designato dal Comune di Atri - per cambiare sostanzialmente la mappa politica dell'organo di governo della Fondazione Tercas. E per spingere il Pdl di Tancredi e Gatti ad ambire alla scalata, non rumorosa, della banca di Nisii, come è già accaduto nel partito dell'acqua che governa il Ruzzo, passato nel giro di 48 ore in mano al centrodestra.
Al presidente della Fondazione, Mario Nuzzo, ora si affiancano i membri di centrodestra Attilio Danese (Provincia), Giovanni Di Giosia (Comune), Vincenzo De Nardis (Comune) e Raffaele Marinucci (Comune di Nereto) oltre che Iommarini. Mentre tra i consiglieri legati al centrosinistra rimangono solo Carlo De Sanctis e Roberto Prosperi, se escludiamo Gianni Mancini e Maria Vittoria Cozzi dall'elenco di chi è schierato da una parte o dall'altra della politica teramana.
Il potere del centrodestra è evidente così come l'ambizione, non smentita, di quest'ultimo di contare di più nelle decisioni del polo bancario leader in Abruzzo. Ma ecco che a Nisii si spalanca la porta su una sorta di uscita di sicurezza nel cda di Banca Caripe dove, oltre a Guglielmo Marconi (presidente), Mauro Angelucci (vice), Piero Vincenzo Di Felice, Andrea Di Properzio, Gaetano Marano, Antonio Rabbi, Pierluigi Tenaglia e Mario Russo (che è il nuovo amministratore delegato della Cassa pescarese), troviamo anche una poltrone vuota. Il nono posto in consiglio è vacante da due settimane, da quando Di Matteo, l'ex Dg di Tercas ed ex Ad di Caripe, si è dimesso. Per lo storico presidente Nisii, il nono posto è la chiave per mediare con il Pdl che punta sulla Tercas.
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