Sequestrata a D'Alfonso casa a Lettomanoppello

Sequestrata la casa di Luciano D'Alfonso (nella foto) a Lettomanoppello, suo paese natale. Per il sindaco di Pescara la Procura pescarese formula una nuova accusa di corruzione; indagati anche i titolari di una ditta edile che ha realizzato i lavori della casa; avrebbero ottenuto in cambio appalti dal Comune.

Una villa di proprietà del sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, a Lettomanoppello (Pescara), suo paese natale, è stata sequestrata. L'atto è stato disposto dal gip del tribunale di Pescara Luca De Ninis. Lo aveva chiesto il pm Gennaro Varone, titolare dell'inchiesta su presunte tangenti in appalti pubblici nell'ambito della quale, il 15 dicembre scorso, D'Alfonso è finito dieci giorni agli arresti domiciliari. La villa, secondo l'accusa, sarebbe stata realizzata a prezzi irrisori da un'impresa impegnata in lavori per il Comune di Pescara.

A seguito di accertamenti patrimoniali in relazione a denaro nella disponibilità di D'Alfonso, il gip ha disposto anche un sequestro per equivalente, in quanto il possesso di alcune somme di denaro apparirebbe ingiustificato. Il 13 febbraio scorso D'Alfonso, ascoltato in Procura da Varone proprio in merito a suoi rapporti patrimoniali, si era riservato di dare chiarimenti in un successivo interrogatorio. Con il sequestro preventivo della villa di Lettomanoppello al sindaco D'Alfonso è stata contestata una nuova accusa di corruzione.

Secondo la Procura del capoluogo adriatico, il prezzo pagato da D'Alfonso per realizzare la villa di 350 metri quadri, su tre piani, risulterebbe inadeguato rispetto al reale valore dell'immobile, che si aggira intorno ai 500.000 euro. In base a quanto accertato dagli inquirenti, D'Alfonso ha corrisposto soli 300.000 euro alla ditta Eredi Cardinale, che avrebbe poi utilizzato il denaro per pagare altre imprese, senza essere quindi remunerata per la costruzione della villa, avvenuta fra dicembre 2003 e dicembre 2006.

Anche nei confronti dei titolari della Eredi Cardinale si ipotizza, quindi, il reato di corruzione. L'impresa, da aprile 2004 a novembre 2005, ha svolto per il Comune di Pescara diversi lavori, in particolare sette affidamenti, diretti o mediante trattativa privata, per ripristino dei marciapiedi, valorizzazione del lungomare sud e nord, sistemazione di piazza Primo Maggio.