Sgarbi a Manoppello: "Il Volto Santo è un dipinto". E scoppia il caos

Il critico d'arte lascia il segno del suo passaggio, polemiche a non finire sul suo giudizio sulla reliquia. E lo scontro diventa politico

MANOPPELLO. Non c'era da dubitare che il professor Vittorio Sgarbi avrebbe lasciato il segno del suo passaggio anche a Manoppello. La sua opinione sul Volto Santo, definito un dipinto, lo ha fatto finire nel mirino dei manoppellesi e ha acceso la polemica.

A Manoppello si sono risentiti per l'importanza che la reliquia ha per il paese e per il significato religioso che rappresenta e che identifica il territorio che lo ha custodito e conservato per secoli e sul quale hanno espresso pareri sulla sua origine esperti di fama internazionale.

La polemica ha finito per investire anche il sindaco Giorgio De Luca.
Che ha commentato: «Abbiamo trascorso senza dubbio una bella serata, ma mi permetto di disapprovare, come già peraltro manifestato a voce, quanto detto pubblicamente dal professore, in particolare su ciò riguarda la sua personale ricostruzione della storia del Volto Santo di Manoppello. Un racconto, quello del professor Sgarbi, a mio avviso un po' frettoloso, che tiene conto solo della voce dei pochissimi detrattori della nostra amata reliquia, e che forse meriterebbe un approfondimento delle fonti. La diversità e le opinioni si rispettano, ma certo è che non si possono negare fatti storici attestati».

Ma in città è scoppiato il caos: «Un’iniziativa che si prefiggeva come scopo la promozione delle bellezze artistiche di Manoppello denominata Accendiamo il Medioevo"», afferma il segretario politico del locale Pd Alessio Blasioli, «è divenuta il palcoscenico per una dissertazione negazionista del Covid 19, di Vittorio Sgarbi che, per rimarcare ulteriormente i propri convincimenti, dopo il suo intervento, si è intrattenuto a fare foto con i cittadini, senza mascherina anti Covid e non rispettando le distanze di sicurezza. Un atteggiamento irresponsabile e decisamente poco rispettoso nei confronti di tutte le vittime della pandemia, perpetrato tra l’altro proprio a Manoppello, che a causa del coronavirus, durante i mesi di lockdown, ha pianto la perdita di diversi cittadini».
«Sarebbe stata opportuna una presa di posizione immediata da parte del sindaco e dell’assessore alla Cultura Giulia De Lellis», commenta Blasioli, «cosa che non è avvenuta affatto. Prendere le distanze il giorno dopo l’accaduto è servito a ben poco, tanto che nella serata successiva, in occasione di una rappresentazione messa in scena dalla compagnia teatrale manoppellese "i Temerari", il primo cittadino e la stessa De Lellis sono stati, a loro volta, duramente contestati in piazza».
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