l'intervento

Sicurezza, lavoro, servizi: la nostra idea di futuro

Continua dopo l'editoriale del direttore Di Nicola la riflessione della classe dirigente abruzzese sui disservizi legati all'ondata di maltempo e alla tragedia di Rigopiano

“L'ora delle responsabilità. Perché il disastro non si ripeta”. Con questo editoriale il direttore del Centro Primo Di Nicola ha invitato la classe dirigente abruzzese ad una riflessione sui disservizi legati all’ondata di maltempo e sui fatti di Rigopiano. Dopo i contributi della senatrice del Pd Stefania Pezzopane e del deputato di SI Gianni Melilla, ecco l'intervento del consigliere regionale Sara Marcozzi (M5S).

Sono stati giorni di sgomento e paura. Alla iniziale spiacevole sorpresa della scoperta dell’impreparazione della nostra regione a una nevicata più abbondante del solito, ma non mai vista in Abruzzo, si sono susseguiti momenti di sconcerto e dolore. Concittadini deceduti per il freddo, l’Hotel Rigopiano, l’elicottero precipitato. Il M5S ha scelto finora di non commentare gli eventi in segno di rispetto per le vittime, per i loro familiari, per le migliaia di persone rimaste isolate senza luce, acqua e gas e anche per rispetto del lavoro dei soccorritori, uomini e donne che non si sono mai risparmiati e che hanno lavorato incessantemente in condizioni proibitive per giorni, per salvare quante più vite possibile. Ci appare evidente però, che qualcosa non abbia funzionato. Quello che si chiedono gli abruzzesi è semplice: è accettabile nel 2017 morire per una nevicata? E’ normale che nel 2017 le strade restino impercorribili, che le turbine necessarie a liberarle siano rotte o indisponibili o numericamente inidonee e che la rete elettrica resti fuori uso, in alcuni casi, per 10 giorni? E’ normale che i “Piani neve” presentati in pompa magna solo pochi giorni prima delle preannunciate nevicate abbiano così miseramente fallito? Certamente è normale, ahinoi, il susseguirsi delle ipocrisie che si trasformano nelle solite raccomandazioni “cerchiamo di capire cosa non ha funzionato per non ripetere in futuro gli stessi errori”! Come se non si sapesse già cosa c’è che non va. Non va che, a partire da Mario Monti ad oggi, l’unico obiettivo dei Governi che si sono susseguiti alla guida del nostro Paese sia stato quello di “mettere a posto i conti” a discapito dei servizi essenziali, proprio come accaduto alla protezione civile, depotenziata dal 2012 dal decreto 59 per il “riordino della protezione civile”! Abbiamo sfortunatamente apprezzato il riordino sulla nostra pelle. Non va che i trasferimenti ai Comuni sono sempre meno e le amministrazioni cittadine non ce la fanno a far fronte a tutto quanto serve. Non va che dopo la “non-abolizione” delle province, le funzioni di queste ultime non siano ancora state con chiarezza riassegnate. Non va che i governi siano tanto forti con i cittadini, quando devono imporre un nuovo elettrodotto (come quello Terna), ma non siano altrettanto forti quando devono pretendere la manutenzione ordinaria e straordinaria delle linee da parte delle società di gestione e distribuzione dell’energia. Non va la demagogia del partito unico sulla diminuzione dei costi della politica e della spesa pubblica che NON dimezza le indennità (stipendi) dei politici, NON taglia gli sprechi veri, ma attua una progressiva e drammatica erosione dei servizi essenziali per i cittadini: dalla protezione civile, passando per la sanità, le scuole e i trasporti. Perchè ce lo chiede l’Europa, con buona pace di quello che ci chiedono gli italiani e gli abruzzesi. Gli abruzzesi ci chiedono sicurezza, lavoro e servizi. La messa in sicurezza del patrimonio immobiliare pubblico e privato creerebbe lavoro, il lavoro genererebbe ricchezza e la ricchezza servizi. Lavoro e ricchezza non delocalizzabili. Questa è l’idea di futuro del M5S. Ma al governo non ci siamo noi, c’è un Partito che si dice “democratico” che trova 20 miliardi a debito per salvare le banche ma non li trova per salvare i cittadini.

* Consigliere regionale M5S