Sindaco contro l’Aca: è solo un carrozzone

Mascia: disservizio inconcepibile, l’azienda ci deve 4 milioni per i mancati investimenti

PESCARA. «La rottura della condotta idrica distributrice centrale di viale Pindaro è sintomatica di una gestione insoddisfacente del servizio da parte dell’Aca e di scarsi investimenti sulla città di Pescara, che oggi paga lo scotto di anni di disattenzione. Una città che vanta nei confronti dell’Aca un credito di 4milioni e mezzo di euro di risarcimento». Spara a zero, contro l’Aca, il sindaco Luigi Albore Mascia che prende spunto dal guasto di viale Pindaro per ricordare il risarcimento «che ci è stato riconosciuto dal Tribunale proprio per l’assenza di investimenti dovuti sul nostro territorio» per promettere: «Premeremo affinchè l’Aca smetta di essere un semplice carrozzone politico». Un riferimento che arriva a pochi giorni dal rinnovo della presidenza dell’azienda consortile acquedottistica, su cui Mascia interviene così: «Pescara paga lo scotto di anni di mancati investimenti e di una scarsa manutenzione della rete ed è ormai evidente che l’attuale stato di cose è improcrastinabile, uno stato che qualcuno sta cercando di conservare a ogni costo convocando l'assemblea per il rinnovo del Consiglio d'amministrazione per il 3 agosto, in teoria per la cooptazione di un consigliere d’amministrazione. In realtà sulla base dello statuto dell'Aca, l'originario Consiglio d’amministrazione è sostanzialmente venuto a mancare, oggi è rimasto solo il presidente a rappresentare il vecchio Cda, tutti gli altri componenti sono cessati dalla carica o sono stati progressivamente sostituiti e di fatto, considerando decaduto il vecchio Cda, oggi dovrebbero essere applicate le nuove norme contenute nella spending review, secondo la quale per tutte le società controllate direttamente o indirettamente, il Cda dovrebbe avere 3 consiglieri, di cui 2 scelti tra i dipendenti degli enti che partecipano al capitale della società stessa, e un esterno con funzioni di amministratore delegato o Presidente. Tuttavia l’attuale Cda sostiene che si deve sostituire semplicemente un componente e quindi cerca di salvare la propria posizione. Ma tale situazione non è più concepibile, così com’è inconcepibile lasciare senz’acqua la popolazione di mezza Pescara per un guasto, improvviso, ma non per questo imprevedibile a fronte di una rete vecchia e che necessita di investimenti, causando disservizi di cui terremo conto in sede assembleare».

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