Snav, crollo delle prenotazioni negli hotel

Duemila disdette dopo il trasferimento a Ortona del catamarano che porta in Croazia

PESCARA. Circa duemila prenotazioni cancellate e un mancato incasso di oltre 120 mila euro. Gli albergatori sono in ginocchio dopo l'addio della Snav a Pescara. Il trasferimento del collegamento marittimo con la Croazia a Ortona per l'impraticabilità del porto, quasi totalmente insabbiato, si sta rivelando quasi un colpo di grazia per la categoria, già fiaccata dalla crisi economica. Adesso, si comincia a fare una stima dei danni per una stagione che rischia di rivelarsi negativa. Lo stesso stanno facendo gli operatori marittimi, cioè i titolari di tutte quelle aziende che ruotano intorno al porto di Pescara. L'inaccessibilità dello scalo marittimo sta comportando perdite ingentissime, in termini sia economici sia di occupazione. Si parla di danni per 12 milioni di euro, senza considerare l'indotto.

VALANGA DI DISDETTE. Tra le vittime di questo disastro ci sono gli albergatori. Emilio Schirato, presidente di Federalberghi, la federazione che raggruppa gli alberghi di tutta la città, parla di segnale fortemente negativo per la categoria. Molte persone provenienti da fuori Pescara, sapendo di dover andare questa estate in vacanza in Croazia, avevano prenotato una stanza di albergo in città per alloggiare prima della partenza e al ritorno dal viaggio. Ora tutte queste prenotazioni sono saltate. Il primo allarme era stato lanciato martedì scorso da Gianni Leardi, titolare dell'Agenzia marittima del porto. Ieri, è arrivata la conferma del presidente di Federalberghi. «Abbiamo fatto una prima verifica di ciò che ha comportato lo spostamento del collegamento con la Croazia da Pescara ad Ortona», ha detto Schirato, «considerando solo il periodo che va dal 18 luglio al 10 agosto, viene fuori che ci sono state quasi duemila disdette di turisti che partono e che arrivano dalla Croazia».

In pratica, gli albergatori vedranno andare in fumo circa il 10 per cento del loro volume d'affari, che ammonta a un milione 200 mila euro mensili. «Le disdette», ha fatto presente Schirato, «si tradurranno in una perdita secca di oltre 120 mila euro». «E' un segnale fortemente negativo per la nostra categoria già alle prese con la crisi economica», ha proseguito il presidente di Federalberghi, «le amministrazioni regionale, provinciale e comunale si dovrebbero mettere una mano sulla coscienza e interrogarsi su ciò che è accaduto. L'unica cosa da fare è quella di mettersi subito al lavoro per far tornare navigabile il porto di Pescara, ma i tempi non saranno brevi».

VIA AI LICENZIAMENTI. Il porto che non funziona e ora il trasferimento del catamarano della Snav ad Ortona hanno pesanti conseguenze anche sull'occupazione. Ci sono già stati 3 licenziamenti, mentre una quarantina di persone è in cassa integrazione da quando il comandante della Direzione marittima Pietro Verna ha firmato l'ordinanza che vieta l'ingresso nel porto alle petroliere per i fondali troppo bassi. I danni si aggirano, al momento, sui 12 milioni di euro. La stima approssimativa è del responsabile della società Sanmar Bruno Santori. Intanto, infuriano le polemiche. «Il mancato dragaggio del porto», ha affermato il segretario cittadino del Pd Stefano Casciano, «non causerà solo l'allontanamento della Snav dalla nostra città, con i relativi danni al settore turistico. Quando si farà un bilancio di questo sfacelo, bisognerà considerare i danni alle imbarcazioni dei pescatori, quelli economici alle imprese che gravitano intorno al porto, la crisi delle società di facchinaggio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA