Soget, indagati Sospiri e Mazzocca
Spunta la corruzione e i pm salgono a tre. Chiesta la sospensione per il direttore e un funzionario della società di riscossione
PESCARA. Nell’inchiesta sulla Soget e i crediti non riscossi per tasse e multe non pagate spuntano due nuovi indagati, l’assessore regionale Mario Mazzocca in quota Sel (accusato di abuso d’ufficio e corruzione) e il consigliere regionale di Forza Italia Lorenzo Sospiri (abuso d’ufficio). I due politici (ma l’indagine si annuncia voluminosa dopo la lista di 847 amministratori, di cui 523 abruzzesi, trovata nel computer del direttore della Soget pescarese) si aggiungono ai due funzionari Gaetano Monaco e Domenico Ludovico, rispettivamente direttore generale della Soget di Pescara e responsabile del settore esecutivo della società a Taranto accusati di abuso d’ufficio e falso («per avere indebitamente provocato dei vantaggi patrimoniali a Sospiri e Mazzocca») e per i quali è stata chiesta la misura cautelare della sospensione dall’incarico su cui il gip Mariacarla Sacco si esprimerà dopo l’interogatorio di lunedì.
Un’inchiesta che, all’esito dell’esame dei telefonini, dei documenti e degli atti prelevati e analizzati in questi mesi dalla squadra Mobile e dalla Forestale, da una parte ha visto ridimensionarsi dalla truffa alla tentata truffa (per il caso di Sospiri) l’accusa contestata al solo Monaco, ma dall’altra ha visto configurarsi anche l’ipotesi della corruzione contestata a Monaco e all’assessore ed ex sindaco di Caramanico Mazzocca. Motivo questo, per cui sono saliti da uno a tre (Gennaro Varone, Annarita Mantini e Mirvana Di Serio) i pubblici ministeri della procura pescarese chiamati a occuparsi, per competenze diverse, di una vicenda che sulla base di quel file Excel sequestrato a Monaco ha già visto spuntare altri nomi eccellenti come quello del sindaco di Chieti Umberto Di Primio, peraltro mai indagato per la vicenda che lo aveva tirato in ballo in merito a debiti accumulati per tasse non pagate sui rifiuti e sulla casa.
E invece che cosa si contesta a Sospiri e a Mazzocca?
SOSPIRI. Dalla richiesta di adozione della misura cautelare di sospensione dall’ufficio, presentata dai tre pm nei confronti di Monaco e Ludovico emerge che, per quanto riguarda Sospiri, con ingiunzioni del 21 novembre 2013 e del 29 maggio 2014, «la Soget procedeva a due pignoramenti dei compensi dovuti dalla Regione al consigliere Lorenzo Sospiri, per l’esazione di un primo credito pari a 2.473 euro e a un secondo credito pari ad euro 10.931, per sanzioni al Codice della strada e tributi comunali». Successivamente, «in violazione delle norme di legge che obbligavano la Soget al servizio di riscossione e d’accordo con Sospiri che sollecitava tali provvedimenti illeciti, il solo Monaco disponeva la revoca del primo pignoramento in data 2 dicembre 2013, mentre lo stesso Monaco, d’accordo con Ludovico, disponeva la revoca del secondo pignoramento». Secondo l’accusa Monaco e Ludovico, per giustificare tali provvedimenti, «assentivano immotivate rateizzazioni del debito di Sospiri, in violazione dei presupposti di legge (per evidente insussistenza delle condizioni di difficoltà del debitore) e persino in mancanza di istanza proveniente dall’interessato, con l’unico scopo di consentire a Sospiri di non pagare alcunché».
MAZZOCCA. Quanto a Mazzocca, e al suo debito con l’Aca per 22.300 euro, secondo l’accusa Monaco, in un’e-mail del 10 gennaio 2014, avrebbe «segnalato la necessità di attivare procedure esecutive nei confronti di Mazzocca ed altri soggetti». Il funzionario Patrizia Marinelli, quattro mesi dopo, ha chiesto «l’iscrizione di ipoteca legale per un debito di Mazzocca pari ad euro 22.300, per debiti extratributari insoluti». In seguito, però, con provvedimento del 15 luglio 2014, Monaco e Ludovico avrebbero disposto, «il primo ufficiosamente e il secondo formalmente, per mere ragioni di favoritismo», scrivono i pm, «la cancellazione dell’ipoteca, con la falsa motivazione di definizione del debito». Monaco e Ludovico, inoltre, avrebbero disposto, «ancora indebitamente, la sospensione della prosecuzione delle procedure esecutive finalizzate alla riscossione del credito, abusando del proprio ufficio e consentendo a Mazzocca di restare inadempiente». Il reato di corruzione si prefigurerebbe in quanto Mazzocca, al tempo sindaco di Caramanico in cambio della cancellazione dell’ipoteca, avrebbe «indotto alla deliberazione di giunta con la quale, il 14 marzo 2014, il Comune di Caramanico Terme ha prodotto, ex post e d’ufficio, la proroga di un anno del servizio di riscossione tributi a favore della Soget».