Solvay, rame rubato dai dipendenti

Due lavoratori dell'impianto chimico fermati con 700 chili di cavi e denunciati per furto

BUSSI SUL TIRINO. Li hanno fermati martedì scorso al casello di Pescara Nord. A bordo del loro furgone Doblò, avevano più di 700 chili di cavi di rame. Che, secondo gli investigatori, avevano rubato nella ditta in cui lavorano, la Solvay di Bussi sul Tirino, insieme a un'altra partita di materiale e a piastre di rame da circa 800 chili.

I due quarantenni di Bussi, uno impiegato direttamente alla Solvay, l'altro per una ditta che lavora in appalto per la multinazionale chimica, sono stati denunciati per furto aggravato mentre una terza persona, un pescarese, è stata denunciata per ricettazione. La notizia, segnalata da un lettore, è stata confermata dalla polizia stradale, diretta da Silvia Conti, che sta indagando sul caso.

Dopo il ritrovamento nel camioncino dei 700 chili di cavi di rame, i due hanno sostenuto che il materiale fosse da buttare e che loro stavano andando a smaltirlo.

Ma questa versione è risultata poco credibile, soprattutto dopo che la polizia ha scoperto che i due lavoravano entrambi alla Solvay e che nell'impianto chimico ultimamente si erano registrati diversi furti di rame.

Grazie alle indicazioni fornite dall'azienda su alcune piastre di una forma particolare, gli agenti sono riusciti a rintracciare un'altra partita di rame rubato alla Solvay. Il rame era arrivato, legalmente, nei depositi di una ditta che si occupa di smaltimento. A portarlo lì, secondo gli investigatori, era stato il pescarese denunciato per ricettazione, un ambulante che ha una regolare licenza per lo smaltimento e che, per l'accusa, ha ripulito il rame rubato immettendolo nel circuito legale.

In totale, le due partite di rame che i due sono accusati di aver rubato hanno un valore di almeno cinquemila euro. Intanto, le indagini vanno avanti alla ricerca dei responsabili di altri furti di metallo subìti negli ultimi tempi dall'impianto chimico.

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