«Sono estraneo all’omicidio E non so cosa ci sia dietro» 

Parla Nunzio Mancinelli, tirato in ballo dal killer: «Fantauzzi risponderà di calunnia»

PESCARA. Da quel giorno Nunzio Mancinelli non vive più. Sta «male dentro» e sta «passando i guai» perché si vede trattato come se fosse l'autore dell’omicidio di Antonio Bevilacqua, il rom di 21 anni ucciso nel pub BirraMi di Montesilvano, la notte del 16 settembre. Ma non è così, dice. Assicura di essere «totalmente estraneo all’omicidio di Bevilacqua», e non mi sente affatto «responsabile». Mancinelli, 48 anni, racconta che cosa è successo quella sera, visto che era presente in via Verrotti. E risponde alle accuse del killer, Massimo Fantauzzi, 46 anni, che lo ha tirato in ballo dopo l’arresto da parte dei carabinieri affermando che insieme avrebbero organizzato una spedizione punitiva, poi finita male perché è partito un colpo di fucile accidentalmente, uccidendo Bevilacqua.
Cosa è successo quella sera?
C'è stata una discussione nel pub, dove ero andato con Fantauzzi. Ho visto Bevilacqua che faceva dei gesti con la mano, rivolto a Fantauzzi, mentre un amico di Antonio stava un passo indietro. Ho captato qualcosa del tipo «infame vattene da qui, non sei buono», detta da Bevilacqua a Fantauzzi. Io ero vicino alla porta e questa cosa è accaduta in fondo. Di altre liti non so.
Conosceva Bevilacqua?
Era la seconda volta che lo vedevo. E in quel pub sono stato poche volte, tre o quattro.
Quindi esclude che le offese fossero rivolte a lei, come avrebbe detto Fantauzzi. Ma è vero che lei e Fantauzzi volevate vendicarvi nei confronti di Bevilacqua e dell'altro per quell’offesa?
Mi sembra un po' ridicolo. Io ho dei figli, mi sono allontanato da queste situazioni. Non risolvo i miei problemi proprio per non litigare, quindi non mi vado a prendere la briga per conto di qualcun altro. Mi sembra un controsenso. Se l'offesa fosse stata rivolta a me avrei litigato subito, magari usando le mani. Ma non era rivolta a me. E poi, perché avrei dovuto difendere Fantauzzi? A me, chi mi difende?
Parla di un’altra persona.
È un amico, l'ho conosciuto durante un periodo di detenzione. L'ho rivisto dopo tanti anni, e quella sera, all'ingresso, mi ha abbracciato, offerto la birra e mi ha fatto conoscere la ragazza. Con lui ho avuto solo un dialogo tranquillo, nessuna lite.
E con Fantauzzi, che rapporti aveva?
Lo frequentavo da due o tre mesi, uscivamo insieme. Ma non lo conosco da anni. Ma, come si suol dire, con le persone devi mangiare quintali di sale, prima di conoscerle.
Dopo il battibecco ha cercato di calmare Fantauzzi, lo ha accompagnato a casa ed è tornato in via Verrotti. Perché?
Ero ubriaco, sono tornato per vedere l’amico che avevo incontrato lì, pagare una birra consumata prima e consumare altro.
A un certo punto, Fantauzzi è tornato in via Verrotti, armato di fucile e con il volto coperto. Le è passato a fianco e l’ha toccata, come mostrano le telecamere. Lo ha riconosciuto?
Assolutamente no, altrimenti lo avrei detto. Ho guardato la faccia di quell’uomo, ho visto il passamontagna, sono rimasto turbato, ho capito che andava a fare qualcosa di non lecito, e non sapevo che fare.
Le ha detto qualcosa?
No.
Ha visto il fucile?
Non ci ho fatto caso, al fucile. Guardavo all'altezza del volto. Il gesto che mi ha fatto era per dire “Levati da qui”. Se fossi entrato nel locale, avrei preso anche io la schioppettata.
Perché non lo ha fermato?
Se lo avessi riconosciuto, lo avrei fermato sicuro, almeno ci avrei provato, a mio rischio e pericolo.
E perché non è tornato indietro dopo lo sparo?
E perché dovevo? Istintivamente sono andato in macchina, ho cominciato a correre a 200 all'ora e sono tornato a casa. Lì mi sono addormentato.
Non ha visto la moto di Fantauzzi nella zona del pub?
No, non so dove l'ha imboscata.
E non si è chiesto cosa fosse successo, se qualcuno fosse morto?
No, altrimenti poi sarei uno stato a conoscenza dei fatti. E non ci pensavo proprio che potesse dipendere dalla lite. Mi è venuto in mente solo in un secondo momento.
Non si sente responsabile per quello che è successo?
Assolutamente no. Ma mi dispiace per il ragazzo, perché sono un padre di famiglia, ho cinque figli.
Cosa c'è dietro la morte di Bevilacqua, secondo lei?
Non lo so e vorrei sapere da cosa è scaturito quel battibecco. Se viene fuori, io ne esco fuori bello bello. È scoppiato tutto da lì. Altrimenti perché Fantauzzi è andato a ucciderlo?
Ma la parola infame non poteva essere rivolta a lei?
Se qualcuno mi ha detto infame vuol dire che non ci sento più. Io non ho avuto nessuna offesa da nessuno.
Se potesse parlare con Fantauzzi, che cosa gli direbbe?
Gli chiederei il perché di questa invenzione. Io sono estraneo totalmente a questo fatto.
Pensa che la droga o il gioco possano entrarci qualcosa?
Può essere di tutto e vorrei saperlo anche io. Certo tra loro due c'era qualcosa, altrimenti non si può uccidere una persona per senza niente. Mi preme molto saperlo. Penso che gli inquirenti possano capire molto o tutto dai video e ho fiducia nell’operato della procura che farà luce sulla vicenda.
È pronto a un confronto con Fantauzzi in tribunale?
Certamente. Con lui e con tutti quelli che si ritiene opportuno per un riscontro.
Cosa pensa in questi giorni?
Vorrei dire alla famiglia del ragazzo che mi dispiace, ma non perché sono colpevole. Mi discolpo dalle accuse di tutti. Certo, il video potrebbe far pensare al mio coinvolgimento, specie se mi immedesimo nella famiglia della vittima. Ma sono estraneo. Totalmente. E con il mio avvocato, Paolo Zaccardi, presenterò querela per calunnia nei confronti di Fantauzzi.