Spunta un nuovo investitore per la discarica di Bussi

Nulla di fatto nella riunione convocata a Pescara ma secondo D’Alfonso il gruppo Todisco di Milano potrebbe aggiungersi al piano di reindustrializzazione

BUSSI. Sfuma l’accordo di programma sulla discarica. O meglio: nessuna riunione è stata convocata a Pescara per discutere di un accordo di programma. Così il governatore Luciano D’Alfonso, all’esito dell’incontro tenuto ieri, in Regione, sul caso Bussi e i problemi della “discarica dei veleni” a proposito della quale, in questi giorni, si è parlato del rischio di un progetto di «nazionalizzazione». La denuncia arrivata dai Forum dell’acqua parla infatti di un’ipotesi contenuta nella bozza dell’accordo di programma secondo cui i terreni prima in capo della Montedison, poi passati alla Solvay, inquinati per anni e tuttora in una condizione di assoluta insicurezza passerebbero nelle mani del Comune di Bussi, un paese di 2mila 500 anime.

Naturalmente, di tutto questo non si è parlato. Il governatore ha subito chiarito che la riunione convocata ieri non era e non poteva essere l'appuntamento decisivo per la firma di un accordo di programma. Tutt'altro. Si è trattato piuttosto di un “tavolo esplorativo” sulle possibilità di reindustrializzazione del sito.

Così, mentre a Bussi si pensa che si è giunti alla fine di un procedimento capace di aprire le porte a nuovi scenari di gestione del sito industriale, in realtà, si è ancora alla ricerca di un percorso condiviso per accedere a una possibile soluzione. Insomma, c'è ancora molta strada da fare. E, in fondo, sono passati quasi solo dieci anni da quando è esploso il caso della discarica più inquinata d’Europa. Ne hanno preso atto ieri, nel corso della riunione istituzionale, tutti i soggetti interessati a sottoscrivere l'accordo di programma per bonificare e mettere in sicurezza il sito per la reindustrializzazione.

D'Alfonso ha poi sfoderato l’asso nella manica e annunciato l'interesse di un altro investitore, oltre a Filippi Farmaceutica: «Abbiamo un investitore certo, che si è impegnato a generare sul territorio posti di lavoro, ma c’è un secondo investitore che potrebbe aggiungersi al piano di reindustrializzazione», ha detto il governatore. Si tratta del gruppo Todisco di Milano, 60 milioni di fatturato. «Ora dobbiamo fare l'impossibile per comporre le due proposte affinché possano coabitare e portare benefici profondi sull'intera area. Per agevolare questo obiettivo» ha proseguito «potremmo prevedere l'utilizzo di ulteriori elementi di convenienza pur di arrivare alla definizione degli investimenti. E li vogliamo impiegare tutti perché le sofferenze che hanno patito i residenti della zona hanno una intensità fortissima. Ci sono le condizioni per comporre le due proposte ma dobbiamo essere bravi a individuare la strada più condivisa, senza far prevalere ragioni di parte».

E questo è l’unico punto fermo: tutto è ancora da venire.

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