Statali, via in 6-7mila: è l’addio al posto fisso

Con la mobilità arriva anche la riduzione dello stipendio all’80 per cento Dimezzamento delle Province, tagliati 18 mila posti letto negli ospedali

ROMA. Doveva essere “solo” un provvedimento di riduzione della spesa per schivare l’aumento di due punti dell’Iva, almeno fino a luglio del prossimo anno. E, invece, la cosiddetta spending review si è trasformata nella “rivoluzione” del governo Monti. Perché le misure contenute nel decreto legge (firmato ieri dal presidente Giorgio Napolitano), per la prima volta, mettono mano a settori ritenuti intoccabili. In particolare, su Province, sanità, giustizia e organici delle pubbliche amministrazioni è calata la mannaia del rigore montiano. Con questa manovra lo Stato risparmierà 26 miliardi nei prossimi tre anni: 4,5 nel 2012, 10,5 nel 2013 e 11 nel 2014. Tra gli interventi epocali ci sono la decimazione dei dipendenti pubblici attraverso prepensionamenti e mobilità, il dimezzamento delle Province, la riduzione di 18mila posti letto nelle strutture ospedaliere, la chiusura di 295 circoscrizioni giudiziarie.

Statali: via 6-7mila entro l’anno. La stangata più pesante colpisce questa categoria. Perché il decreto sulla spending review mette in discussione un must tutto italiano: il posto fisso e lo stipendio fisso. La riduzione complessiva sarà del 20% per i dirigenti e del 10% per tutti gli altri dipendenti. Per falciare la pianta organica ogni amministrazione avrà a disposizione due strumenti: i prepensionamenti e la mobilità. Per i prepensionamenti si partirà dai lavoratori che entro il 2014 matureranno i requisiti fissati prima della riforma Fornero. Quindi, entro la fine del 2012 dovrebbero andare via circa 6-7 mila persone. Mentre con la mobilità arriva la riduzione dello stipendio, l’80% della busta paga base senza straordinari e indennità. Sotto la scure del decreto sono passate anche le ferie (non potranno essere pagate), i buoni pasto (non più di 7 euro), e le consulenze (tolte) per i dipendenti pubblici in pensione.

Sanità. È l’altra svolta del dl. Evitata la chiusura in blocco dei mini-ospedali sotto gli 80 posti letto, l’esecutivo ha optato per una consistente revisione (a carico delle Regioni)del rapporto tra abitanti e posti letto che entro il 30 novembre dovrà raggiungere lo standard di 3,7 per 1000 abitanti. Il taglio stimato è di circa 18mila letti tra pubblico e privato accreditato, con una quota di pubblico che deve essere «non inferiore al 40% del totale».

Via le Province. Salvo modiche al testo del decreto che il 31 luglio approderà alla Camera, la previsione è quella di ridurre e accorpare le Province fino ad arrivare al numero di 50.Vengono istituite 10 città metropolitane.

Istruzione. Sparito dal dl il taglio di 200 milioni di euro alle università. Saltati anche i fondi alle scuole non statali mentre 10 milioni vanno agli atenei privati. Inoltre, vengono destinati 90 milioni in più per il diritto allo studio e 103 milioni per «la gratuità dei libri» nelle scuole secondarie di primo grado. Salta la stretta sui bidelli: l’organico non verrà ridotto. Dall’anno scolastico 2012-2013 arriva la pagella online, che avrà la stessa validità del documento cartaceo; telematici saranno anche i registri con i voti, le note, le sospensioni e le iscrizioni agli istituti scolastici. E aumentano le visite fiscali: alle Regioni sarà trasferita una somma forfettaria di 23 milioni che consentirà alle scuole di usufruire delle visite fiscali senza oneri finanziari e amministrativi.

Forze armate. I tagli al ministero della Difesa faranno risparmiare un miliardo di euro nel biennio 2013-2014, mezzo miliardo per anno. A questi si aggiungono i risparmi derivanti dalla cessione di tutti gli immobili della Difesa al fondo del demanio e dalla decurtazione del 10% del personale. Le Forze armate ridurranno il totale generale degli organici in misura non inferiore al 10%.

Fondi terremoto. La spending garantirà risorse per due miliardi tra il 2013 e il 2014 da destinare ai terremotati in Emilia Romagna.

Auto blu. Tagliata del 50% la spesa per l’acquisto, la manutenzione e il noleggio del parco auto della Pa.

Intercettazioni. Il numero dei controlli resta invariato, ma sul fronte intercettazioni il decreto taglia 60 milioni.

Enti locali. Calano i trasferimenti (-7,2 miliardi) per Regioni, Comuni e Province.

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