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Sunia e Sicet «Addio manutenzione degli alloggi»

PESCARA. L’Ater, dopo la stangata sull’Imu, non ha più i soldi nemmeno per la manutenzione degli alloggi. A sostenerlo sono i sindacati degli inquilini Sunia Cgil e Sicet Cisl, che lanciano l’allarme...

PESCARA. L’Ater, dopo la stangata sull’Imu, non ha più i soldi nemmeno per la manutenzione degli alloggi. A sostenerlo sono i sindacati degli inquilini Sunia Cgil e Sicet Cisl, che lanciano l’allarme sulla situazione delle case popolari. «L’Ater», dicono in una nota i segretari regionali di Sunia e Sicet Eugenio Di Cesare e Alberto Corraro, «entro lunedì 17 dicembre doveva pagare l’Imu al Comune di Pescara e agli altri Comuni della provincia per quasi 1,4 milioni di euro, circa la metà dei 3,2 milioni di entrate annue derivanti dai canoni di locazione, ma non ha in bilancio questi soldi». «Temiamo», proseguono i segretari, «la paralisi della manutenzione dei 5.000 alloggi gestiti nel Comune di Pescara e nel resto della provincia, oltre al blocco delle nuove assegnazioni. Diciamo da tempo che caricare le Ater dell’Imu è stata una follia». Secondo i sindacati, a rischiare sarebbero anche i cittadini in attesa da anni di un alloggio. «A Pescara», spiegano Di Cesare e Corraro, «ci sono 455 famiglie in graduatoria che ancora attendono per avere un alloggio pubblico. Molte di queste hanno subìto uno sfratto per morosità e ci sono lavoratori licenziati, in cassa integrazione, o in mobilità. Donne e uomini, giovani e anziani, bambini e invalidi, italiani e stranieri, che la crisi fa diventare ogni giorno più poveri».

Da qui la proposta del Sunia e del Sicet. «Chiediamo al Comune di Pescara e ai Comuni della provincia», dicono ancora Di Cesare e Corraro, «di deliberare urgentemente l’esenzione dell’Ater dal pagamento dell’Imu, o ci sarà il collasso delle manuntenzioni per gli alloggi, dove vivono circa 15mila persone, la maggior parte delle quali ha bassi redditi».

«La diffusa presenza sul nostro territorio degli alloggi pubblici, realizzati con i fondi della collettività», concludono i sindacalisti, «ha consentito a migliaia di lavoratori e pensionati di avere un tetto sopra la testa con canoni adeguati al reddito. Oggi più che mai la presenza di alloggi pubblici è necessaria a chi perde il lavoro o si vede ridurre il reddito».

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