Superenalotto, 3 regioni unite nel sistema più grande d'Italia

Giocatori di Abruzzo, Marche e Molise insieme per tentare di centrare il 6 da 150 milioni di euro

PESCARA. L'unione fa la forza. Si chiama 'O la va o la spacca' ed è il più grande sistema d'Italia in circolazione in questo momento, visto che coinvolge ben tre regioni: Abruzzo, Emilia  Romagna e Marche. A idearlo è stato il 'Caffè Ideale' di Massimo Baldassarre, a Pescara, già in passato fucina di sistemi memorabili. Sono scesi in campo, acquistando delle quote, anche il 'SuperBar' di Modena e il 'Lucky Point' di Civitanova Marche. Per l'occasione, con un '6' che vale 140 milioni di euro, seconda vincita di sempre nella storia dei giochi in Italia, sono state messe in gioco 96.096 combinazioni, per un totale di 48.048 euro.

"Abbiamo suddiviso il sistema in mille quote da 50 euro l'una", dichiara ad Agipronews il titolare della ricevitoria, "e proseguiremo fino a quando la sestina milionaria non uscirà. Se sarà necessario, qualora dovessimo avere ulteriori richieste da parte dei giocatori, potremmo pensare addirittura di allargare la base, fino ad arrivare a un sistema da 70 o 80 mila euro".

Il 6, in fuga dallo scorso febbraio, poteva finire la sua corsa nell'estrazione di giovedì 2 settembre. A raccontarlo è ancora Massimo Baldassarre che racconta come i 126,5 milioni di euro in palio in quel concorso potevano finire proprio a Pescara, grazie al suo sistema. "Quella sera abbiamo realizzato ben sette 5, vuol dire che per sette volte ben cinque dei sei numeri della sestina vincente erano quelli impressi nel nostro sistema. Il '6' ci è sfuggito per un soffio, ma in compenso abbiamo realizzato 5, 4 e 3 per un totale di 266 mila euro!".

Massimo Baldassarre non è nuovo a supersistemi: "Nonostante la cifra sia notevole", sottolinea, "in passato abbiamo elaborato sistemi ben più ricchi. Ricordo che nel 2001 ne facemmo addirittura uno da quasi 1 miliardo di lire e due anni dopo, nell'estate del 2003, quando in palio c'erano oltre 60 milioni di jackpot, ne elaborammo un altro da 750 mila euro, con quote da 500 euro l'una".
© RIPRODUZIONE RISERVATA