Tangenti, De Fanis e la Zingariello non rispondono al gip/ Foto

In Procura a Pescara l’ex assessore alla cultura: «Sto bene, sicuro e ho fiducia nella magistratura e nei miei avvocati»

Si è conclusa poco dopo tre ore la prima udienza davanti al Gip Maria Carla Sacco relativa alla vicenda degli arresti per presunte tangenti che hanno coinvolto l'assessore alla Cultura della Regione Abruzzo, Luigi De Fanis. Hanno chiarito la loro posizione sia il presidente della onlus Abruzzo, Antico Ermanno Falone, che la funzionaria della Regione, Rosa Giammarco. Giammarco, al termine dell'interrogatorio, non ha rilasciato nessuna dichiarazione.E' rimasto in silenzio davanti al gip l'ex assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis arrivato in tribunale alle 9 per essere interrogato nell'ambito dell'inchiesta su presunte tangenti e manifestazioni culturali. De Fanis e' accusato di concussione, truffa e peculato e si è' avvalso della facoltà di non rispondere. I suoi avvocati Domenico Frattura e Massimo Cirulli hanno depositato l'istanza di revoca degli arresti ai domiciliari. All'uscita dall'aula l'ex assessore ha detto soltanto: "Sto bene, ho fiducia nella magistratura". Anche la segretaria dell'assessore, Lucia Zingariello, anche lei agli arresti ai domiciliari, non ha risposto alle domande del gip. In tribunale ci sono anche Rosa Giammarco, responsabile dell’Agenzia per la Promozione Culturale della Regione Abruzzo, Ermanno Falone, rappresentante legale dell’associazione « Abruzzo Antico».  De Fanis e Zingariello sono agli arresti domiciliari, mentre Giammarco e Falone sono all’obbligo di dimora. L’inchiesta coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Pescara e dal pm Giuseppe Bellelli mira a far luce sulle modalità di erogazione dei contributi regionali in base alla legge regionale n.43/73 che disciplina l’organizzazione, l’adesione, e la partecipazione a convegni, ed altre manifestazioni culturali. Uno dei legali di De Fanis, Massimo Cirulli (l’altro è Domenico Frattura), ha chiesto la revoca degli arresti domiciliari. Secondo l’avvocato, anche alla luce delle dimissioni di De Fanis, «sono venute meno le esigenze cautelari, ammesso che esistessero».

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