Tangenti sanità Abruzzo, Del Turco al Centro: “Sono innocente, condannato come Tortora”

L’ex governatore commenta al Centro la condanna a 9 anni e 6 mesi: “Sono sotto choc, ma ricorrerò in apello”. Sconvolto anche il “grande accusatore” Angelini (3 anni e 6 mesi): “Assurdo”. La procura di Pescara esprime “grande soddisfazione professionale”

PESCARA. «Sotto shock. Oggi è un triste giorno», ma ancora combattivo: «L’appello è sicuro». Soprattutto perché convinto di essere innocente. La condanna nel processo sulle tangenti nella sanità privata abruzzese colpisce duro Ottaviano Del Turco. Ma l’ex sindacalista e governatore abruzzese non si arrende davanti alla pena di 9 anni e 6 mesi. Raggiunto dal Centro Del Turco ha commentato con rabbia: «Sono innocente, mi hanno condannato come Tortora».

Del Turco: “Innocente come Tortora”. Il riferimento al caso del presentatore televisivo è chiaro. Non solo perché tortora in primo grado venne condannato a una pena simile, 10 anni, ma anche perché la sentenza si basava sulle confessioni di un pentito di Camorra. Confessioni poi rivelatesi false. E false sono secondo Del Turco le testimonianza del suo “grande accusatore”, quel Vincenzo Maria Angelini, imprenditore della sanità e magnate della clinica Villa Pini, che diederò il la all’inchiesta della Procura. «Sulle sentenze prima si riflette poi si parla», ha detto a caldo dalla sua casa a Collelongo (L’Aquila). Poi davanti alle nostre domande si è aperto e ha ribadito la sua innocenza, ha fatto riferimento al caso Tortora e ribadito la volontà di fare subito ricorso. Non a caso il primo a raggiungerlo è stato il suo difensore, Giandomenico Caiazza, che in aula è apparso molto colpito e sorpreso. Del Turco, poi, nel pomeriggio ha parlato anche all'Ansa: «Ho perso le speranze quando il Pm ha chiesto la condanna a 12 anni. Una richiesta pesantissima che nell'opinione pubblica avrebbe fatto passare la convinzione della colpevolezza», ha detto. «Pm e giudici fanno lo stesso percorso e quindi sono abituati a ragionare con la stessa logica inquisitoria».

Il suo legale: "Condannato senza che sia stato trovato un euro". «È una sentenza che condanna un protagonista morale della vita politica istituzionale sindacale del nostro paese accusato di aver incassato sei milioni e 250 mila euro a titolo di corruzione dei quali non si è visto un solo euro», ha dichiarato, «Quindi penso che sia un precedente assoluto nella storia giudiziaria perchè si possono non trovare i soldi, ma si trovano le tracce dei soldi. Qui stiamo parlando di sei milioni e 250 mila dei quali un solo euro non è stato rintracciato».

Condannato anche il grande accusatore: “Assurdo”. Se Del Turco piange, altrettanto fa il suo grande accusatore Vincenzo Angelini. «Non ho capito niente di questa sentenza. Scusate ma non sono in grado di dirvi nulla. Devo ancora capire. Al di là di questo - ha detto mentre lasciava Palazzo di Giustizia - non ho niente da dire. Non ho dichiarazioni da fare, non ho detto che non parlo cribbio, ho detto che non ho dichiarazioni da fare, neanche questo - ha detto rivolgendosi ai giornalisti - siete in grado di capire?»

Gli altri condannati: “È un’ingiustizia”. Dello stesso tenore le dichiarazioni dagli altri condannati nel processo. «Non so per cosa mi hanno condannato, fosse pure un giorno è immeritato e comunque è un’ingiustizia fatta da questo Tribunale, perché non ho fatto niente», ha detto Sabatino Aracu, ex deputato Pdl, condannato a 4 anni di reclusione. «La Procura ha fatto teorema come al solito... non mi fate esprimere oltre, è un’ingiustizia». «Evidentemente la mia colpa è stata quella di tagliare budget e posti letto alle cliniche private abruzzesi», ha commentato la sua condanna in primo grado a due anni l'ex assessore alla Sanità della Giunta Del Turco, Bernardo Mazzocca. « Se questa è una colpa me la prendo, ma posso solo dire che per me si tratta di una sentenza incomprensibile. Ora parlerò con i miei avvocati per capire cosa fare. Vi prego non fatemi dire altro», ha chiuso (leggi l'articolo).

La procura: “Grande soddisfazione professionale”. «Sono soddisfatto professionalmente, solo professionalmente, perché è il riconoscimento di un lavoro ben fatto», ha dichiarato ai cronisti l’ex procuratore capo di Pescara, Nicola Trifuoggi. «Non sono soddisfatto personalmente perché non gioisco delle condanne di nessuno, nè sono soddisfatto da cittadino perchè questa sentenza non ripara i guasti al sistema sanitario abruzzese», ha aggiunto Trifuoggi. Quasi tutta la procura si è stretta intorno ai due pm titolari dell'inchiesta, Di Florio e Giuseppe Bellelli. Accanto ai due pm, sono arrivati in aula il procuratore capo Federico De Siervo, il procuratore aggiunto Cristina Tedeschini e i pm Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio.

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