Terra verde, troppo benzene nell'aria dopo l'incendio

Il rogo della ditta di rifiuti a Città Sant'Angelo ha alzato i valori oltre i limiti di legge

PESCARA. Serviranno settimane per avere certezze sugli effetti provocati dall'incendio che due settimane fa ha devastato la ditta di rifiuti Terra verde di Città Sant'Angelo. Perchè se i dati sulla qualità dell'aria ci sono già, e non sono per niente confortanti, all'appello mancano ancora le analisi delle acque e dei terreni. E soprattutto quelle sulla diossina.
Intanto gli unici dati certi che l'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente ha rilevato e diffuso non fanno ben sperare. Perchè le analisi dell'aria dicono che nei giorni del rogo si è sprigionato tanto benzene. E che i livelli di questo inquinante a Montesilvano hanno sfondato per ben due giorni la soglia massima prevista per legge.

DIOSSINE, NIENTE DATI. Quale sia stato invece l'impatto sul suolo e sulle accque del rogo doloso non si sa ancora. A due settimane dall'incendio mancano infatti le analisi sulle acque, sui suoli e sulla presenza di diossine nei terreni dell'area di impatto dell'incendio, che non comprende solo il territorio di Città Sant'Angelo ma anche quello dei comuni limitrofi raggiunti dai fumi sprigionati dal rogo scoppiato nella notte tra il 29 e il 30 ottobre e spento dopo oltre quattro giorni.

Le analisi delle acque potrebbero arrivare già questa settimana, ma per gli altri dati bisognerà aspettare. L'Arta avvierà in settimana i campionamenti per cercare nel terreno quegli inquinanti che sono stati trovati nell'aria. Benzene, quindi, ma anche stirene e toluene.

Poi ci sarebbe da controllare la presenza delle temibili diossine. Ma l'Arta Abruzzo non ha gli strumenti per cercarle, quindi ha già chiesto l'intervento dell'Arta Toscana. In questo modo, però, i tempi si sono inevitabilmente allungati. E prima di due settimane, dicono gli esperti, avere in mano i risultati delle analisi sarà difficile se non impossibile.

BENZENE ALLE STELLE. «Nel corso dell'incendio», spiega una relazione diffusa dall'Arta, «si sono sviluppate notevoli quantità di benzene e, in misura significativa anche se inferiore, di stirene, toluene ed etilbenzene». A dirlo sono i dati relativi alla qualità dell'aria, rilevati dall'agenzia grazie al laboratorio mobile posizionato vicino a Terra verde, ma soprattutto grazie alle due centraline fisse di Città Sant'Angelo e Montesilvano.

Ed è proprio quest'ultima stazione a fornire i dati più allarmanti: secondo le rilevazioni Arta, infatti, nei giorni successivi al rogo i livelli di benzene a Montesilvano avrebbero superato per ben due volte le concentrazioni previste per legge.

I dati Arta dicono che il benzene nell'aria di Montesilvano già il 31 ottobre è sul punto di sfondare la soglia massima prevista per legge, con un valore di 4,8 microgrammi per metrocubo. Ma è nei giorni immediatamente successivi, quando l'incendio è comunque ancora acceso, che l'inquinante schizza oltre i limiti previsti dalla legge e fissati a 5 microgrammi per metro cubo.

L'1 novembre la centralina registra una concentrazione di 6,95 microgrammi per metro cubo, Il giorno dopo, il 2 novembre, il valore registrato è ancora sopra il limite di legge: 5,67 microgrammi. Il 3 novembre si torna nei limiti, ma solo per poco: la concentrazione di benzene nell'aria è infatti di 4,91 microgrammi.

«Nelle aree dove sono posizionate le centraline», scrivono i tecnici Arta, «è evidente l'incremento di questo inquinante. Anche i valori orari confermano gli incrementi causati certamente dall'incendio che era in corso a Piano di Sacco».

Anche le rilevazioni di Città Sant'Angelo evidenziano un aumento del benzene provocato dall'incendio.

I valori non vanno mai oltre il limite di legge, ma toccano comunque punte fuori dalla norma. «Nella centralina», spiega l'Arta, «è stato raggiunto il valore di 4,5 superiore ai valori consueti».

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