PRATICHE FERME

Terremoto, chiuso l’ufficio per la ricostruzione

Stop alle attività nella sede di Cugnoli: non ci sono i soldi per pagare i consulenti e le pratiche restano bloccate anche a Caporciano, Castel del Monte,Goriano Sicoli, Montorio al Vomano e Rocca di Mezzo

CUGNOLI. Bloccata la ricostruzione per i comuni fuori cratere relativa al terremoto 2009 . «Ad oggi», spiega il coordinatore dell’area omogenea 5 che comprende i centri della Val Pescara e dalla bassa Valle Peligna, Lanfranco Chiola, «nonostante i continui solleciti agli organi sovraordinati non è arrivata alcuna risposta in merito che possa garantire il futuro e il proseguire della ricostruzione». Dal 1° marzo 2017 sono stati chiusi gli Uffici territoriali della ricostruzione (Utr) di frontiera dei Comuni fuori cratere delle diverse Aree Omogenee: Cugnoli per l’area 5 e Caporciano, Castel del Monte,Goriano Sicoli, Montorio al Vomano e Rocca di Mezzo per le altre zone territoriali. Sono quindi ferme tutte le attività tecnico-amministrative delle pratiche di richiesta di contributo riguardanti 75 comuni delle Province di Pescara, Chieti, Teramo e L’Aquila. Grave anche la situazione dei tecnici che devono ancora percepire gli stipendi di 4 mesi.

Le cause? «Non c’è stato trasferimento di risorse per il pagamento del corrispettivo dei 23 consulenti», riprende Chiola, «addetti all’istruttoria dei progetti, anche se la normativa vigente prevede fondi finalizzati alle spese per il personale. Inoltre da giugno 2016 le amministrazioni comunali hanno anticipato il pagamento dei professionisti per alcuni mesi, ma il rispetto degli equilibri di bilancio rende impossibile sostenere i costi senza alcun rimborso».

Gli uffici di frontiera furono istituiti per dare uniformità di lavorazione alle pratiche, ma ora tutto è fermo: manca il trasferimento da parte del governo dei fondi relativi al 2016 e c’è incertezza interpretativa nella lettura delle norme il 2017. «È inconcepibile», va avanti Chiola, «che i tecnici non abbiano avuto i compensi, pur avendo espletato il proprio lavoro. Ogni giorno si continua ad acquisite pratiche provenienti dai comuni facenti capo al nostro ufficio, ma queste non vengono riscontrate e così si allungano ancora di più i tempi per seguire i lavori di riparazione e miglioramento sismico dopo ben otto anni dal sisma. Non possiamo permetterci di abbandonare i cittadini senza dare loro risposte e tradire il nostro territorio che sta subendo tragiche e gravi conseguenze per l’interruzione dell’intera attività di ricostruzione, che inevitabilmente si ripercuotono sull'economia della Regione, sui pagamenti dovuti alle ditte occupate, sull'indotto lavorativo creato, oltre che sulle risorse finanziarie pubbliche fino ad oggi impegnate. Dai Comuni», conclude Chiola, «si alza forte il grido di aiuto per la risoluzione del problema».