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Terrenzi: no ai soldi della Deco

Il leader dell’opposizione contrario alla nuova discarica

COLLECORVINO. E’ un secco no quello che l’opposizione in consiglio comunale, guidata da Luigi Terrenzi, oppone all’ipotesi di riaprire nuovamente una discarica a Collecorvino in contrada Caparrone, dove sorgeva la Bio.Dem di Nicola De Meis. La proposta che il sindaco Antonio Zaffiri ha sottoposto al parere del consesso civico è sempre della Deco spa, società che già nel 2009 aveva richiesto all’amministrazione, guidata allora da Massimiliano Volpone, l’autorizzazione per realizzare nel medesimo sito un impianto di ben 2 milioni di metri cubi per la gestione dei rifiuti speciali, con annesso un biodigestore per la produzione di energia.

Nella seduta del 25 maggio 2009, come ricorda Terrenzi e come risulta dal verbale, il consiglio si espresse con voto contrario, con le ferme dichiarazioni di dissenso anche di quei consiglieri e assessori, compreso Zaffiri che deteneva la delega all’ambiente, che oggi siedono nuovamente in maggioranza. La tesi portate a sostegno dagli amministratori in quell’occasione, che esprimevano la totale contrarietà al progetto, erano incentrate sull’impatto ambientale che un simile impianto avrebbe determinato sul paesaggio e i danni che sarebbero stati arrecati inevitabilmente alla salute pubblica e all’economia della zona.

Quel progetto non vide mai la luce e venne rimodulato dalla stessa Deco che ne presentò un altro con una minore cubatura, bocciato successivamente dalla commissione regionale Via (valutazione di impatto ambientale) anche per la protesta di molti cittadini e dell’associazione ambientalista Ripamare. Ed è proprio su questo punto che la minoranza incalza il sindaco e la sua compagine, ravvisando oggi, con questa posizione possibilista palesata in consiglio, una sconfessione delle convinzioni che decretarono il no di tre anni prima.

«Benché il progetto attuale prospettato dalla Deco», sottolinea Terrenzi, «parli di un impianto diverso rispetto al passato, ci troviamo di fronte alle medesime problematiche. Il sindaco sa bene che quel sito è inadeguato per impiantarvi una discarica, poiché si trova in una zona agricola dove esistono eccellenze enologiche che sono una risorsa per il territorio. Non si può barattare e dunque danneggiare questo patrimonio con il ristoro economico di cui potrebbe beneficiare il Comune e che risolverebbe solo in parte le criticità del bilancio comunale. Non è la strada della discarica quella da seguire per far fronte alle difficoltà finanziarie».

Annunciano battaglia, se il progetto sarà sposato dall’amministrazione, i cittadini e l’associazione Ripamare, pronti a difendere i loro diritti, appellandosi se necessario anche alle normative europee in materia. «Non vediamo differenze notevoli rispetto al passato», afferma Umberto Freres, segretario di Ripamare, «pertanto siamo convinti che sarà la stessa Regione a bocciare il progetto perché i fattori di incompatibilità rimangono: la presenza di case, di colture di pregio e di una viabilità inadeguata».

Claudia Ficcaglia

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